Filippo Roma (Iene) sequestrato in ambasciata ivoriana/ Era travestito da spazzino

- Chiara Greco

Filippo Roma, inviato delle Iene, si è recato nell'ambasciata della Costa d'Avorio per l'inchiesta sui rifiuti a Roma ma è stato trattenuto fino all'arrivo delle forze dell'ordine.

Fabio Roma Le Iene web 2019 640x300 Filippo Roma e l'operatore de Le Iene all'interno dell'ambasciata della Costa d'Avorio (Foto: web)

Filippo Roma, inviato delle Iene, e il suo operatore sono stati fermati per alcune ore all’interno dell’ambasciata della Costa d’Avorio, dopo che la sicurezza li ha bloccati travestiti da spazzini. Ore di angoscia e tensione, con la Polizia e i Carabinieri che non potevano violare l’extraterritorialità dell’Ambasciata, ma ora Filippo Roma e Fabrizio Airoli sono stati rilasciati e – giunti in una caserma dell’Arma – stanno testimoniando su quanto successo. Le Iene stanno conducendo da tempo un’inchiesta sui rifiuti a Roma che li ha portati ad indagare anche su alcune istituzioni presenti sul territorio. Filippo Roma, quindi, oggi avrebbe dovuto intervistare l’ambasciatore della Costa d’Avorio in Italia. Da quanto emerso durante le indagini, sono stati accumulati 72 mila euro di debiti con il Comune di Roma per il mancato pagamento della tassa dei rifiuti, la cosiddetta Tari. Roma e il suo operatore sono stati subito bloccati dalla sicurezza con l’accusa di non poter filmare all’interno dell’edificio. Tutta l’attrezzatura in loro possesso è stata subito sequestrata e loro due sono rimasti bloccati in sede per diverse ore vivendo attimi di vera e propria angoscia.

Filippo Roma delle Iene bloccato in ambasciata della Costa d’Avorio

Quella della Costa d’Avorio doveva essere l’ultima tappa di un’indagine condotta su più livelli, al centro dei quali c’era la questione dell’emergenza rifiuti a Roma. Le Iene si sono recate nell’ambasciata ivoriana per fare alcune domande direttamente a S.E. Stefano Lo Savio, ambasciatore in carica dal 2017. L’obiettivo era fare chiarezza sulla questione: “Questa mattina siamo venuti all’ambasciata della Costa d’Avorio nella speranza di poter incontrare l’ambasciatore. Non è chiaro se l’ambasciata di questo paese avesse regolarizzato la sua posizione debitoria”, ha spiegato l’operatore del programma di Italia 1 una volta contattata la redazione dopo il fermo. Le cose non sono andate come previsto perché gli inviati, travestiti da operatori della nettezza urbana, sono stati subito fermati dalla sicurezza: “Ci hanno tolto tutto, spiegando che non potevamo filmare all’interno”, hanno riferito. Roma e Airoli sono bloccati nell’edificio da più di due ore. Le forze dell’ordine sono sul posto ma solo due Carabinieri hanno avuto il permesso di entrare nell’edificio intorno alle 14 e, dopo mezz’ora, sono stati liberati e portati in caserma per riferire quanto è successo.

Emergenza rifiuti a Roma: i debiti delle ambasciate con il comune

Mauro Occhipinti, l’autore del servizio delle Iene sull’emergenza rifiuti e le ambasciate coinvolte nella storia dei debiti per la Tari, ha spiegato come mai si è arrivati ad indagare anche sulle istituzioni stranieri presenti sul territorio: “Abbiamo ricevuto i dati sulla tari non pagata dalle ambasciate da Teodoro Fulgione, portavoce della sindaca Raggi”. I dati parlano chiaro: l’ambasciata della Costa d’Avorio è in debito di 72.426,17 euro ma non è l’unica a trovarsi in questa situazione. Nell’occhio del mirino si trovano anche altre ambasciate, anche loro indagate sui morosi della Tari. Al primo posto si trova il Camerun, con un debito di 262.700,20 euro,seguito dalla Repubblica Araba d’Egitto presso la Santa Sede, che ha accumulato 198.267,18 euro, poi la Turchia con 117.034,87 euro e, per ultima, la Siria con 93.631.01 di soldi dovuti allo Stato.





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