Filippo Turetta è stato picchiato in carcere, un gesto fermamente condannato da Gino Cecchettin: ecco le sue parole a Dentro la notizia
A Dentro la Notizia vi era Gino Cecchettin, per parlare della vicenda che ha visto Filippo Turetta, il ragazzo condannato all’ergastolo per l’omicidio di Giulia Cecchettin, vittima di un duro pestaggio in carcere. Gino Cecchettin ha condannato fermamente il gesto, spiegando: “Ci stiamo promuovendo contro la violenza e in particolare contro quella di genere, la violenza va combattuta in toto, qualsiasi gesto violento va combattuto se no si deve accettare di essere giudice di un evento”, ribadendo che: “Qualsiasi gesto violento va combattuto anche a chi ti ha procurato dolore”.
Nel corso della chiacchierata durante il talk di Canale 5, si è parlato anche della giustizia riparativa, una giustizia che non va a sostituirsi a quella “classica” ma che la integra, permettendo di fatto un incontro fra vittima e carnefice. Presuppone però che alla base vi sia un determinato percorso fatto prima di tutto di consapevolezza da parte del carnefice di ciò che ha fatto, e quindi di scuse sentite e di una richiesta di perdono, cosa che Gino Cecchettin non ha ancora visto in Filippo Turetta, nonostante il papà di Giulia ribadisca di credere in questo tipo di giustizia.
GINO CECCHETTINI SU FILIPPO TURETTA: “NON C’E’ ANCORA SPAZIO PER LA GIUSTIZIA RIPARATIVA”
“Non si è ancora pentito, non ha chiesto scusa ne perdono, non è ancora tempo di una giustizia riparativa”, ha spiegato, ricordando di aver incontrato detenuti in questi anni che si sono veramente pentiti e sottolineando come non debba essere solo una scorciatoia, un finto pentimento, per arrivare ad uno sconto di pena. Chiaro quindi il pensiero di Gino Cecchettin, secondo cui non sono ancora maturati i tempi per una giustizia riparativa in merito al caso specifico di Filippo Turetta , ricordando che l’omicidio sia avvenuto a novembre 2023 e che il prossimo novembre 2025 si terrà il processo in secondo grado.
Il papà di Giulia si è congedato ricordando l’ultimo impegno della fondazione: “Stiamo facendo educazione all’affettività, al rispetto, quello che è mancato in tutti i casi di femminicidi, la consapevolezza di poter vedere dopo,ci deve essere, la vita sa dare quanto sa togliere, dobbiamo dare i mezzi agli uomini per poter decidere e decidere in meglio”.