L’edizione 2011 di AF – L’Artigiano in Fiera ha ampiamente superato la partecipazione di pubblico degli anni passati, segno di come la manifestazione sia ormai un fenomeno popolare consolidato, ma segno soprattutto di come oggi più che mai la gente abbia bisogno di percepire la positività espressa da migliaia di laboriosi artigiani. E’ un’esperienza che “rincuora” (dà coraggio a chi è sfiduciato e depresso) perché l’esercizio dell’uomo al lavoro corrisponde al desiderio del cuore dell’uomo stesso. Ed è una modalità straordinaria per ritrovarsi e condividere l’uno il destino dell’altro, esprimendo così la necessità di una compagnia consapevolmente o inconsapevolmente vissuta.
Lo shopping in fiera, così “di massa”, gli eventi, i momenti di svago non sono sufficienti a dare ragione di ciò che è accaduto. Siamo stati tutti testimoni, con gli occhi, con le parole e col cuore, della volontà di un popolo a ritrovarsi e a stare insieme. L’uomo non ce la può fare da solo, ha bisogno di relazioni per potersi compiere. Deve riscoprire la straordinarietà dei rapporti umani contrapponendo questa logica a quella dell’individualismo esasperato, tremendamente desolante e fallimentare. Le relazioni, infatti, ci permettono di comprendere che non bastiamo a noi stessi, che siamo fatti di altro, fino a riconoscere che ciò che ci fa è il Mistero.
E’ indubbio che la rigenerazione e l’uscita da un momento difficile scaturiscano sempre dalla comunicazione di una positività vissuta e dalla capacità di generare opere in grado di rispondere ai bisogni della vita. Migliaia di piccoli e medi imprenditori resistono eroicamente alla crisi, anziché affrontarla in maniera cinica, reinvestendo nel consolidamento delle proprie aziende e mantenendo al lavoro i collaboratori, ritenuti una ricchezza essenziale del patrimonio d’impresa. Tutto ciò è frutto di una dignità umana carica di speranza che rende capaci di una risposta diversa rispetto alla cultura del lamento. E’ necessario, dunque, che prevalga la visione di chi guarda la realtà in positivo, lasciandosi interrogare da ciò che vive nella realtà, nella famiglia e nel lavoro. L’Artigiano in Fiera ne è la riprova.
Mi sono interrogato sull’origine dell’eccezionalità di quest’evento, inserito nella tradizione milanese, italiana ed europea. Credo che le parole di don Luigi Giussani, riportate dal volantino “La crisi, sfida per un cambiamento” di Comunione e Liberazione, siano la migliore descrizione di un’opera come questa. Un’opera che nasce dall’uomo, ma comunica qualcosa più grande di sé. E’ il segno della presenza di altro, di cui siamo fatti partecipi: “Una comunità cristiana autentica vive in costante rapporto con il resto degli uomini, di cui condivide totalmente i bisogni, ed insieme coi quali sente i problemi. Per la profonda esperienza fraterna che in essa si sviluppa, la comunità cristiana non può non tendere ad avere una sua idea ed un suo metodo d’affronto dei problemi comuni, sia pratici che teorici, da offrire come sua specifica collaborazione a tutto il resto della società in cui è situata”.
Di questo è espressione L’Artigiano in Fiera.