Il Real Estate è fondamentale per l’occupazione e lo sviluppo economico e sociale del nostro paese. La famosa frase “quando tira l’edilizia tira anche l’economia” può sembrare esagerata in un’epoca post-industriale, ma rimane il fatto che il “sistema” del Real Estate Italiano è portante per l’Italia non solo per ciò che rappresenta in termini di PIL (circa il 12%), ma anche perché muove lo sviluppo qualitativo della società e dell’economia di un territorio, come del Paese intero.
In sintesi si può dire che il Real Estate è l’infrastruttura attraverso la quale si sviluppa l’attività umana, sociale ed economica: gli investimenti realizzati nel Real Estate mettono, a loro volta, in moto tutti gli altri investimenti dello sviluppo economico e sociale. Dai nuovi insediamenti abitativi, passando attraverso i centri commerciali, i poli terziari avanzati, gli stabilimenti industriali, i centri logistici, i negozi e le “botteghe artigiane” fino alla rigenerazione dei centri storici e altro ancora, il Real Estate abbraccia la realizzazione di tutti i beni immobiliari che riguardano la vita delle persone e quindi anche l’adeguato svolgersi delle loro attività economico-sociali.
In questo contesto, la recente crisi mondiale ha messo seriamente in discussione questo “perno” economico, sempre esistito, ma emerso in tutta la sua innovazione strategica solo negli ultimi anni. Tutti i protagonisti di quest’ambito complesso e trasversale, infatti, stanno vivendo una fase di trasformazione e di “crisi”, da cui si impone un momento di profonda riflessione, che caratterizzerà la settima Edizione di EIRE – Expo Italia Real Estate.
È a partire da queste premesse che il 7 giugno prossimo, EIRE 2011 – supportato dal suo Comitato Scientifico – aprirà i battenti con “Gli Stati Generali del Real Estate italiano” attraverso il grande Convegno inaugurale dal Titolo: “Che cos’è il Real Estate in Italia?”. Si tratta di un’assemblea generale, che coinvolge tutti i protagonisti del Real Estate italiano: un’occasione unica e strategica per favorire lo sviluppo di questo “sistema” economico. Attraverso il rafforzamento dell’identità dell’immobiliare tricolore, la definizione degli scopi e del contributo che può dare al nostro Paese, in un ambito di crescente internazionalizzazione.
Effettivamente, l’immobiliare italiano – composto da grandi professionalità e competenze – non è certo da meno di altri Paesi. Anzi, ha una carta tutta particolare da giocare: quella della “qualità”. Anche il nostro real estate, infatti – al pari del fashion, del design, e di tutto ciò che, dal dopoguerra in poi ha reso il nostro paese “primo fra i primi” al mondo -, presenta qualcosa di esclusivo: c’è un “Made in Italy” anche nello sviluppo urbano, fatto di tipologie di “urbanità” che si collegano fra di loro, in un modo virtuoso e molto diverso dallo sviluppo caratteristico delle grandi megalopoli internazionali.
Il modello urbanistico italiano, connaturato alla nostra millenaria cultura e all’amore per il bello, può diventare un esempio da seguire per il mondo intero. Chi può negare, infatti, che l’Italia è uno dei paesi più belli al mondo? Tale bellezza poggia sulla straordinaria eredità che è insieme storica, culturale, paesaggistica e quindi umana della nostra nazione. Nell’assoluto rispetto di questa identità, occorre dunque guardare al mercato globale sia sul fronte dell’“attrazione degli investimenti”, che su quello delle occasioni che lo sviluppo internazionale offre, come possibilità di crescita per il nostro “sistema”. Occasioni per portare “fuori” la nostra originalità e fantasia, ma anche per imparare da altri paesi che – così lontani da noi – stanno crescendo con freschezza ed entusiasmo sorprendenti.
A conclusione della tre giorni di lavori di EIRE, si tireranno le fila con la proposta conclusiva de “Il Manifesto del Real Estate in Italia” con l’obiettivo di portare all’attenzione pubblica lo stato dell’arte del real estate, le problematiche da affrontare e la strada da percorrere.