Confermando quello che era facilmente intuibile in questi mesi di dibattito, alla fine il Governo in occasione del Consiglio dei Ministri di oggi ha deciso di impugnare la legge sul fine vita varata dalla Regione Toscana in un atto primo – e per ora unico – del suo genere promosso dall’associazione Luca Coscioni guidata dall’attivista Marco Cappato: una decisione che – appunto – non sorprende più di molto, anche se a rivolgere parole durissime contro il Governo ci sarebbero stati i vari esponenti Dem toscani e nazionali che avevano promosso l’adozione della legge sul fine vita.
Facendo prima di tutto un passetto indietro, è bene ricordare che la legge sul fine vita approvata in Toscana deve seguito alla sentenza dello scorso anno della Corte Costituzione definendo che l’accesso al percorso di suicidio assistito è subordinato ad una condizione irreversibile che causa sofferenze e costringe il richiedente a dipendere da macchinari: entro 15 giorni una Commissione esamina il fascicolo ed entro 37 giorni complessivi – ferma restando la positività delle verifiche – l’Asl deve fornire al richiedente i medicinali per il fine vita.
Il CdM impugna la legge toscana sul fine vita: il governatore Giani pronto a difendere la sua iniziativa
La decisione della Toscana aveva creato un (neanche tanto) piccolo caso mediatico e politico e fin da subito era chiaro che il testo sarebbe stato – prima o poi – impugnato: la conferma è arrivata alla fine oggi durante il Consiglio dei Ministri ed ora sulla legge toscana dovrà esprimersi nuovamente la Corte Costituzionale che potrebbe decidere di dare ragione al Governo (chiedendo l’abrogazione della legge) o alla Regione (lasciando del tutto intatto o con qualche lieve modifica il testo); mentre ad ora non è certo quando arriverà il parere dei giudici costituzionalisti.
Durissimo – dopo la notizia dell’appello sul fine vita – il governatore toscano Eugenio Giani che si è detto “profondamente deluso” ricordando che il testo varato era solamente fine a recepire il parere della Corte Costituzionale che ha chiesto di “colmare il vuoto normativo”, dicendosi pronto a “difendere con determinazione la nostra legge” certi che sia del tutto coerente con il principio di legalità.
Dal conto suo, il senatore di Forza Italia Pierantonio Zanettin ha ricordato che sul fine vita è stato avviato con “il senatore Ignazio Zullo” di Fratelli d’Italia un lavoro per arrivare ad un “testo base da presentare alle commissioni“, ritenendo che ormai i tempi siano “maturi” e serva una base normativa nazionale da cui partire; fermo restando che la linea che sembra emergere non è tanto quella dell’agevolare la morte assistita, quanto di partire dalle cure palliative.