Legge sul Fine Vita, le mediazioni tra CEI-Vaticano e Governo Meloni: quali novità e obiettivi, dalla difesa della dignità alla necessità di cure palliative
LA CHIESA CATTOLICA DIALOGA CON IL GOVERNO PER FORMULARE LA MIGLIOR LEGGE POSSIBILE SUL FINE VITA (MENTRE L’EUTANASIA “SBARCA” IN CONSULTA)
Cure palliative, nessun suicidio assistito o peggio ancora eutanasia, dubbi invece sul Comitato Etico per i giudizi finali sulle richieste di “dolce morte”: il testo della nuova legge sul Fine Vita è ancora tutto da ultimare, ma prosegue una sorta di “trattativa” non solo all’interno del Governo ma anche tra la maggioranza e la CEI per approntare una legislazione sulla materia che risponda alle richieste della Consulta ma che non allontani la centralità della difesa della vita.
Succede così che nel giorno in cui Papa Leone XIV ha ospitato in Vaticano la delegazione della Conferenza Episcopale Italiana guidata dal cardinale Zuppi, il Segretario di Stato Card. Parolin con il Ministro degli Esteri Antonio Tajani si sono incontrati a Villa Madama per un evento nato dall’associazione Giovanni XXIII: un modo per rinfrancare la mediazione e la “trattativa” che sarebbe in corso tra il Governo Meloni e la CEI, in vista della prossima legge sul Fine Vita annunciata dal Centrodestra per il prossimo 17 luglio con l’approdo di un testo unitario in Commissione al Senato.
In primis era stato il vaticanista de “La Stampa” Giacomo Galeazzi a riportare negli scorsi giorni le mediazioni in corso tra la CEI e il Governo Meloni, con la partecipazione del Vaticano auspicando l’intento comune di una legislazione basata sul “bene comune” e con al centro la “dignità umana”. Tradotto in tono semplice, la richiesta della Chiesa è che si eviti tanto l’accesso all’eutanasia quanto di contro l’accanimento terapeutico.
Il tutto quando proprio oggi viene data notizia di un primo caso nella storia italiana di richiesta di accesso all’eutanasia presso la Consulta: una donna 55enne in Toscana, affetta da sclerosi multipla progressiva, che chiede il ricorso al suicidio mediamente assistito secondo i termini della Corte Costituzionale (sentenza Dj Fabo del 2019) ma tramite medico e non con auto-somministrazione. In poche parole, se arrivasse il via libera dalla Corte, si avrebbe in Italia una sorta di avvallamento all’eutanasia.
A CHE PUNTO SIAMO CON IL TESTO DI LEGGE SUL FINE VITA: LE POLEMICHE A SINISTRA, IL PARERE DI LUPI E L’ANNUNCIO DEL GOVERNO
Su questo punto delicato tanto l’ala più cristiana interna al Governo Meloni, quanto ovviamente la Chiesa Cattolica (dal Vaticano ai vescovi della CEI) puntano ad escluderlo dalla legge preparata sul Fine Vita: l’intesa di massima è stata raggiunta tra FdI, FI, Lega e Noi Moderati, anche se su temi specifici – un Comitato Etico e la presenza o meno del Servizio Sanitario Nazionale sulle varie richieste di Fine Vita – occorre trovare uno specifico accordo approfondito, come sottolinea la presidente della Commissione Giustizia al Senato Giulia Bongiorno.
«Si tratta di una materia delicatissima ed è giusto affrontarla con tutta l’attenzione che merita», sottolinea la senatrice della Lega, che pure rileva un grosso passo avanti avvenuto nelle ultime ore. Tanto a livello politico, con la maggioranza che continua le trattative interne per valutare gli elementi migliori della legge, quanto sul fronte “etico” con le discussioni tra CEI e Governo: i dibattiti verranno ultimati entro e non oltre il 17 luglio, parola ancora di Bongiorno che conferma l’intento di Palazzo Chigi di arrivare ad un primo approdo prima dell’estate.
Nella trattativa col Governo, con incaricato il vicepremier Tajani, la richiesta che proviene dal Segretario di Stato Pietro Parolin è di non fermarsi a “proclami”, bensì occorre trovare «una soluzione al problema del Fine Vita», e che quindi tutti gli sforzi della politica siano sempre tesi a trovare una soluzione «che tuteli la dignità della persona e rispetti il favore e la difesa della vita». Nelle parole dettate all’ANSA il Card. Parolin conferma quanto lo stesso Papa Leone XIV ha espresso nel suo messaggio molto chiaro ai vescovi UK in vista della Giornata della Vita: «serve difendere la civiltà della vita e dell’amore, non minarla».
Lega e parte di FdI vorrebbe ottenere più garanzie sulla difesa della vita, ricacciando l’intento delle associazioni pro-choice di giungere ad una legge che avvalli il suicidio assistito di Stato: Forza Italia è invece spaccata tra l’ala più cattolica (come il portavoce Raffaele Nevi che spiega di non accettare legislazioni simili alla Svizzera) e quella più liberale, con il senatore Pierantonio Zanettin che è il relatore di uno dei ddl sul Fine Vita già presenti al Senato.
Le opposizioni con Pd e M5s fanno quadrato contro la maggioranza chiedendo un interlocuzione con la Premier Meloni per produrre una legge “moderna e progressista”: il tutto andrà concordato e valutato entro luglio, con un testo di base che il Centrodestra punta comunque ad un concetto chiaro, niente “diritto di morte” concesso dallo Stato e più fondi (e garanzie) per le cure palliative.