Fine vita, i punti chiave su cui si fonderà la legge del Centrodestra: cure palliative, norme etiche e rilievi della Consulta. Gli scenari (e le tensioni)
LA LEGGE SUL FINE VITA SI FARÀ, MA SCATTANO GIÀ LE TENSIONI: LE POSSIBILI NOVITÀ SULLE CURE PALLIATIVE
Da quando nella giornata del 10 giugno 2025 il Governo Meloni ha fatto sapere che prima della pausa estiva potrebbe arrivare in Senato con una prima proposta di legge unitaria del Centrodestra sul tema del Fine vita, le tensioni tanto nelle opposizioni quanto nella stessa maggioranza sono nuovamente riemerse. Temi tutt’altro che meramente politici come il diritto alla vita, la richiesta di “autodeterminazione” e addirittura le proposte su eutanasia e suicidio assistito affollano da anni dibattiti pubblici, con le sentenze della Corte Costituzionale che hanno delineato alcuni principi cardine da inserire nella prossima legge.
Ora però il Governo vuole accelerare, evitando “mosse in avanti” delle Regioni, come ad esempio la Toscana che ha dato il via libera proprio oggi al primo suicidio assistito nonostante lo Stato avesse impugnato quella legge regionale proposta dall’Associazione Coscioni e approvata nelle scorse settimane. Da quanto emerso nei primi interventi ieri al vertice di maggioranza, la Lega di Salvini chiede che vi sia inserito una norma di “equilibrio” tra la garanzia delle cure e il diritto dei singoli, mentre è opinione di tutti i leader del Centrodestra che il cardine di tale legge unitaria dovranno essere le cure palliative.
IL PRIMO SUICIDIO ASSISTITO IN TOSCANA SFIDA IL GOVERNO (CHE AVEVA IMPUGNATO LA LEGGE)
Al netto della libertà di coscienza sul Fine vita che permarrà a livello di singoli parlamentari, l’intenzione del Governo è quella di blindare un testo comune il più possibile aderente ai dettami della Consulta non dimenticando però che l’Italia – e qualsiasi Stato laico democratico dovrebbe riconoscerlo – non approva alcun “diritto alla morte”. Tre in tutto le indicazioni emerse ieri, tre punti da cui ripartire nei prossimi giorni per redarre un testo che possa arrivare il prossimo 17 luglio al Senato: in primis appunto le cure palliative da aumentare, rinforzare come fondi economici, e fissandole come “quinto paletto” ai quattro già presenti nelle sentenze della Corte Costituzionale.
Il secondo punto chiave è l’impulso di voler fare una legge comune e nazionale, con il Governo Meloni che non vuole fughe in avanti come fatto da Emilia Romagna e Toscana in merito al Fine vita: terzo punto, indicato oggi dall’Avvenire – dopo che la CEI con il vicepresidente Savino ha espresso apprezzamento nell’iniziativa del Centrodestra sulle cure palliative – è la possibilità di affidare il giudizio finale sulle varie richieste di Fine vita ad una sorta di Comitato etico nazionale. Per costituirlo servirebbe definirne ruoli e membri tramite Dpcm o decreto allegato, come ha detto il senatore di Forza Italia Pierantonio Zanettin. È poi lo stesso partito di Tajani a voler far passare le varie richieste tramite il Servizio Sanitario Nazionale.
Pd e AVS accusano il Governo di voler prendere tempo, mentre Cappato dalla Associazione Coscioni sostiene che davanti ad una Toscana che rispetta il diritto del fine vita ci è un Governo che «vuole cancellarlo». È infatti di oggi la notizia di Daniele Pieroni, scrittore affettare da Parkinson dal 2008, che si è somministrato il farmaco mortale dopo aver ottenuto via libera dal comitato regionale toscano. Il decesso è avvenuto il 17 maggio scorso ma la notizia è emersa oggi, esattamente quando è emersa l’intenzione del Governo di voler puntare ad una legge nazionale sul Fine vita opponendosi a pratiche di eutanasia e puntando sulle cure palliative.