La Finlandia, e di conseguenza tutti i paesi dell’estremo Nord europeo, tra Lettonia, Lituania, Estonia, Danimarca, Norvegia e Svezia, sta vivendo un inverno piuttosto rigido con temperature tra i -15 e i -40 gradi da cinque giorni successivi. Una media piuttosto tradizionale, dovuta soprattutto alla posizione geografica del paese, ma che per la prima volta ha dimostrato quanto difficile potrebbe rivelarsi produrre energia green da rinnovabili in condizioni estreme.
La Finlandia, infatti, che è il paese chiave del cosiddetto mercato Nord Pool dell’energia (che include gli stati precedentemente citati), ha da tempo convertito buona parte della sua produzione energetica alle rinnovabili. In particolare, la parte del leone è giocata dal nucleare, che produce circa 4.350 megawatt, seguita da una produzione pari al 47,9% da un mix di idroelettrico, eolico e biocarburanti, mentre rimane ancora centrale anche il gas (3.800 megawatt), con un’importante crescita soprattutto nell’ambito delle rinnovabili. Su più di 80mila gigawatt che la Finlandia consuma annualmente, inoltre, solo il 20% è importato, mentre buona parte della produzione è venduta nel mercato Nord Pool.
Il picco nel costo dell’energia in Finlandia
Tutto molto bello, soprattutto aggiungendo che la Finlandia è il secondo produttore e consumatore di energia da fonti rinnovabili in tutta Europa, preceduta solamente dalla Svezia con una produzione green pari al 66% del consumo. Tuttavia, il problema entra in gioco proprio a causa delle rigidissime temperature di questo periodo, caratterizzate da un clima freddo e asciutto, che mal si concilia sia con l’idroelettrico che con l’eolico.
Ne consegue che la Finlandia ha visto in questi cinque giorni di temperature estreme la produzione di energia da fonti rinnovabili crollare a picco (si consideri, per esempio, l’eolico che da una produzione massima di 7.000 megawatt, ne ha prodotti 3.000 nei momenti di picco, con una media di 1.500 per la maggior parte del tempo), seguita da un vertiginoso aumento dei prezzi dovuto all’aumento della domanda di energia. Ieri, giorno di record assoluto per ora, si è registrato un prezzo di 890,54 euro al megawattora che ha superato il record di 505,68 che si registrò nel 2010. Il prezzo orario massimo dell’energia in Finlandia si è attestato a 1.896 euro al megawattora, mentre le conseguenze si sono avvertite anche nei restanti paesi Nord Pool (in Lettonia e Lituania picci di 670 euro, in Estonia di 890). Fortunatamente, erano disponibili sia l’energia nucleare, che il gas, ma questo dovrebbe aprire a dei seri interrogativi sul futuro di un mondo al 100% alimentato da fonti rinnovabili.