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Home » Esteri » Ucraina » FIRMATO L’ACCORDO SULLE TERRE RARE/ “Ora gli Usa in Ucraina sono una polizza sulla vita di Kiev”

  • Ucraina
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FIRMATO L’ACCORDO SULLE TERRE RARE/ “Ora gli Usa in Ucraina sono una polizza sulla vita di Kiev”

Int. Vincenzo Giallongo
Pubblicato 2 Maggio 2025
Kiev (Ucraina), manifestazione a supporto delle persone scomparse (Ansa)

Kiev (Ucraina), manifestazione a supporto delle persone scomparse (Ansa)

Firmata l'Intesa USA-Ucraina per lo sfruttamento del sottosuolo. A Kiev conviene, perché ora gli Stati Uniti hanno interesse a difendere il territorio

USA e Ucraina ci hanno messo la firma: nascerà il Fondo di investimento per la ricostruzione, alimentato dai proventi dello sfruttamento del sottosuolo ucraino in relazione a 57 minerali. Un’intesa in cui si parla anche di assistenza militare (prevedendo nuove forniture americane), che non ostacolerà l’eventuale adesione di Kiev alla UE e che non si applicherà, come invece sembrava inizialmente, alle infrastrutture ucraine.


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Nella sostanza, osserva Vincenzo Giallongo, generale dei Carabinieri con all’attivo missioni in Iraq, Albania, Kuwait e Kosovo, un accordo che dal punto di vista economico avvantaggia gli americani e che da quello della sicurezza soddisfa gli ucraini: una volta che il personale USA opererà nel Paese, è chiaro che l’amministrazione Trump non accetterà nuove ingerenze da parte di Putin.


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Ora il negoziato per la pace potrebbe andare più spedito, con qualche pressione in più da parte statunitense sul Cremlino. Secondo l’inviato di Trump Keith Kellogg l’Ucraina sarebbe pronta a concessioni territoriali. Alla fine, l’unica possibilità di un futuro per l’Ucraina è quella di farsi colonizzare dagli USA: l’appoggio dell’Europa è solo nei proclami e Kiev non può fidarsi di promesse che sono solo sulla carta.

Qual è il vero significato dell’accordo USA-Ucraina sullo sfruttamento delle risorse minerarie?

Per l’Ucraina è un accordo di sopravvivenza, per ottenere un minimo di aiuto da parte di Trump, anche se non arriverà mai ai livelli di Biden. Tutti lo presentano come un risultato soddisfacente, ma per dare un giudizio più approfondito bisognerebbe capire più precisamente quali sono i termini dell’accordo.


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Ciò detto, credo che per quello che sappiamo finora sia un’intesa che dà molto spazio agli americani. Per gli ucraini è soddisfacente nella misura in cui la presenza di personale USA per sfruttare le “terre rare” consentirà loro di avere un appoggio dall’amministrazione Trump e quindi di tenere a bada Putin.

Di quella presenza USA l’Ucraina non potrà fare a meno?

È necessaria per la sopravvivenza di una parte del Paese, perché il resto lo perderanno. Zelensky non può illudersi che Putin faccia marcia indietro: un 20 per cento del territorio non tornerà più agli ucraini.

I media ucraini sottolineano che l’accordo parla del sottosuolo, non delle infrastrutture energetiche. Qualcosa, nelle ultime settimane di trattative, i funzionari di Kiev hanno portato a casa?

L’accordo è importante per un altro aspetto: le “terre rare” non sono già impacchettate e pronte per essere esportate, c’è bisogno di un lavoro di esplorazione del terreno e di estrazione. Prima della commercializzazione occorrerà un’attività preparatoria che comporterà lo studio del terreno e l’organizzazione dell’intervento.

Un’operazione vantaggiosa per l’Ucraina, perché gli americani saranno presenti nel Paese e, in questo caso, nessuno si azzarderebbe a commettere un attentato o ad attaccare. In una situazione del genere, Trump potrebbe pensare di reagire. Insomma, l’intesa va bene all’Ucraina sotto il profilo della sicurezza, mentre sotto quello economico giova soprattutto agli americani, che con questo accordo hanno avuto pepite d’oro al prezzo di quelle di sale.

Secondo Trump, gli USA riceveranno più dei 350 miliardi di dollari spesi per l’Ucraina. È così?

Avrà fatto i suoi conti. D’altra parte, il suo unico intento è fare business. E a queste cifre è sicuramente un accordo vantaggioso.

L’intesa sulle risorse minerarie può sbloccare finalmente il negoziato di pace? Il segretario di Stato USA, Marco Rubio, lo ha dichiarato a chiare lettere: perché è così sicuro?

È un passo da gigante per la fine del conflitto, ne sono convintissimo. Possiamo aspettarci novità positive nel negoziato. Trump darà una forte accelerazione, credo che potrebbe anche alzare il livello delle minacce, magari prefigurando anche l’invio di altre armi. In questa situazione, gli Stati Uniti non difendono più solo l’Ucraina, ma anche i loro interessi. È esattamente quello che Trump ha sempre detto: “America first”.

Il presidente USA, intanto, proprio in queste ore, avrebbe chiesto al Congresso l’esportazione di beni militari in Ucraina per 50 milioni di dollari. Come si lega alla firma dell’accordo?

È un segnale chiarissimo per Putin, per dirgli di non fare il furbo. Un segnale neanche tanto nascosto, perché Trump non ne è capace. Preferisce dire le cose come stanno. Certo, l’accordo si poteva fare anche un mese fa: purtroppo Zelensky ha creduto alle promesse europee, soprattutto franco-inglesi, e ha rimandato tutto. Avrebbe potuto risparmiare tempo e anche vite umane.

Il presidente ucraino sperava ancora che gli europei arrivassero a dare manforte, ma l’Europa non è stata capace di fare quadrato e di sviluppare un progetto serio neanche in una situazione di emergenza come questa. Zelensky deve capire che la sua sopravvivenza passa attraverso la colonizzazione da parte degli americani: perché appoggiarsi all’Europa non è pagante.

Secondo Zvezda TV, alla parata del 9 maggio a Mosca per la Giornata della Vittoria sui nazisti, oltre a Xi Jinping potrebbe esserci anche Rubio. I rapporti USA-Russia sono già così stretti?

Mi sembra ancora presto perché Rubio sia presente a Mosca, ma potrebbe anche essere che la bozza di accordo di pace, che è pronta da tempo, ora venga rispolverata e messa all’attenzione dei russi. Putin non la vedrà di buon occhio in tutto e per tutto, ma i russi devono essere contenti: hanno preso in giro gli americani per diverso tempo, ottenendo molto di più di quanto non avrebbero ottenuto con altre amministrazioni USA. Adesso devono capire che è il momento di non tirare più la corda.

Cosa manca per arrivare alla pace?

Bisogna prendere una decisione sulla cessione dei territori. Un cessate il fuoco serio, in questo caso, sarebbe veramente una gran cosa. Credo che così si arriverebbe a un risultato. Putin potrebbe vendere la situazione, comunque, come una grande vittoria, dicendo che ha guadagnato territori, anche se magari non dirà ancora nello specifico quali. Poi, con il tempo, le cose si metteranno a posto. Intanto si può riavviare la ricostruzione dell’Ucraina, potranno arrivare soldi da chi è interessato.

La ricostruzione è già nei pensieri degli ucraini e non solo nei loro?

Posso testimoniare di essere stato interpellato come consulente per lo sminamento di alcune aree in territorio ucraino, in virtù della mia esperienza nel settore in Albania e in altri Paesi. Significa che ci sono già imprese che hanno in mente di fare business con la ricostruzione. È successo un mese fa, vuol dire che tutto si è messo in movimento ormai da qualche tempo.

(Paolo Rossetti)

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Tags: Donald TrumpVladimir PutinXi JinpingVolodymyr Zelensky

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