Flavio Carboni è morto/ Faccendiere dei misteri d’Italia: da Roberto Calvi alla P2

- Alessandro Nidi

Flavio Carboni, morto il faccendiere d'Italia: aveva 90 anni e sarebbe stato colpito da un infarto a Roma. Finì al centro dei grandi misteri del Belpaese

Flavio Carboni 640x300 Flavio Carboni (foto: Wikipedia)

Flavio Carboni è morto. L’annuncio della scomparsa del faccendiere al centro di grandi misteri italiani è stato dato dall’agenzia stampa nazionale Adnkronos. L’uomo, che aveva compiuto 90 anni da pochi giorni, si è spento all’età di 90 anni e sarebbe stato colpito da un infarto. Dal crack del Banco Ambrosiano all’omicidio di Roberto Calvi, fatti per cui era stato assolto in via definitiva, il nome di Carboni riecheggiava in tutti gialli italiani, con alcuni dei quali però – come la Loggia P2  aveva sempre negato di avere a che fare.

Queste le sue dichiarazioni in un’intervista del passato: “Non ho mai conosciuto Gelli, non ho mai fatto parte della P2. Non ho mai fatto parte della massoneria in generale. Che poi abbia conosciuto tanti personaggi di primissimo piano – come tutti a quell’epoca del resto – che potessero avere simpatie o aderire a logge è un’altra storia”. E, ancora: “Ho avuto un rapporto molto intenso con Armando Corona, gran maestro del Grande Oriente, e della P2 so quello che mi ha detto lui. Uno dei grandi protagonisti della formazione di quella branca massonica penso sia stato Umberto Ortolani, credo possa definirsi il ‘padre’ della P2. Poi Gelli ne è stato un ottimo allievo nello svilupparla e nel raccogliere tutte quelle adesioni molto importanti, di qualità… Ci sarebbe stato perfino l’allora capo del Sismi, Giuseppe Santovito. Se c’è qualcosa da domandarsi, dunque, è come mai la P2 abbia raccolto il consenso di tanti autorevoli personaggi”.

FLAVIO CARBONI MORTO: HA SEMPRE NEGATO COLLEGAMENTI CON STRAGI E DEPISTAGGI

Successivamente, Flavio Carboni, nell’ambito della chiacchierata con i colleghi di Adnkronos, risalente al marzo 2021, disse: “Molti partecipanti alla P2 dichiaratamente facevano parte della Destra, ma non certo della Destra estremista, rivoluzionaria o violenta. Quelli che ho conosciuto io erano tutt’altro che violenti: Santovito era un bonaccione che tutto poteva fare meno che il capo dei servizi segreti e i commenti che ho avuto da Corona non erano certo tutti favorevoli alla P2 ma neanche accennò mai a degli estremismi reazionari così violenti, sanguinari”.

Riferì inoltre di avere appreso i collegamenti tra il suo nome e le stragi d’Italia da ciò che si leggeva sui giornali, dalle accuse. Però, “se dovessi dare retta alle accuse cosa non sarei io? Riina farebbe ridere al mio confronto. Io credo che alla P2 moltissimi abbiano partecipato come in genere si partecipa a queste associazioni: per fare carriera, per migliorare i rapporti, per fare conoscenze, per fare affari. Poi magari ci sono i buoni e i cattivi, come in tutte le cose”.





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