In una fase in cui il debito mondiale rischia di superare i livelli raggiunti durante la pandemia Covid e in uno scenario economico complesso come quello attuale, mettere in ordine i conti pubblici deve essere la priorità per l’Italia secondo il Fondo Monetario Internazionale (FMI).
Pesa l’incertezza geoeconomica, con il debito pubblico destinato a salire a causa delle spese maggiori, soprattutto sulla difesa, ma incide anche la guerra commerciale, che potrebbe mettere ulteriore pressione alle finanze pubbliche.
Le soluzioni proposte, però, fanno discutere, perché come per gli Usa, anche all’Italia si suggerisce un allargamento della base imponibile, ma proponendo di eliminare la flat tax sui lavoratori autonomi.
FLAT TAX SOTTO ATTACCO
Nel mirino del Fondo Monetario Internazionale finisce, quindi, una misura, quella voluta dalla Lega di Matteo Salvini, che ha fatto registrare numeri record, visto che a dicembre si prevedeva che con l’aumento della soglia a 35mila euro di reddito per dipendenti e pensionati le partite Iva nel forfettario si potrebbe superare quota 2 milioni.
L’idea è, quindi, di picconare una misura che non comporta vantaggi solo per i contribuenti, ma anche per lo Stato italiano, soprattutto nel contrasto all’evasione. Anche se lo Stato italiano incassa meno da ogni contribuente che aderisce alla flat tax, il sistema fiscale ne guadagna in efficienza, stabilità e legalità, perché c’è una semplificazione, una maggiore emersione del sommerso, il gettito fiscale è prevedibile, si incentiva l’apertura di nuove attività e si riduce il contenzioso fiscale.
Infatti, la flat tax comporta meno burocrazia, incentiva la dichiarazione dei redditi, consente di programmare il bilancio pubblico, diminuiscono i ricorsi e le “battaglie” col fisco, che hanno costi per i contribuenti e lo Stato, visto che le regole sono più semplici e le imposte più leggere.
LA “RICETTA” FMI CHE NON PIACE ALL’ITALIA
Ma lo stop alla flat tax per gli autonomi non è l’unica raccomandazione del Fondo Monetario Internazionale (FMI) all’Italia. Vanno rimosse le esenzioni fiscali e migliorata l’efficienza delle spese fiscali, ma su quest’ultimo aspetto il governo Meloni si è già occupato della rivalutazione in toto, senza eliminarle. La ricetta FMI prevede anche la revisione delle spese per la sanità e le pensioni.
Ad esempio, bisogna allungare l’età con una riforma, legando l’età pensionabile all’aspettativa di vita per ridurre la spesa pubblica. Ma anche in questo caso la dinamica è in essere, visto che dal 2027 ci vorranno tre mesi in più per uscire dal mondo del lavoro. Per quanto riguarda la gestione prudente delle risorse per le spese per la difesa, l’orientamento è condiviso dal governo.
Infine, tra le raccomandazioni c’è anche quella di lanciare politiche che favoriscano l’ingresso nel mondo del lavoro dei migranti, sostenendo la tesi dei benefici dell’immigrazione sull’economia, una tesi che però non è universalmente valida, visto che gli effetti possono variare a seconda del contesto socioeconomico, della gestione politica del fenomeno e del tipo di migranti coinvolti tra qualificati e non, regolari e irregolari.