Dopo la caccia all’orso, che purtroppo è terminata con vari abbattimenti nonostante il mare di polemiche che hanno diviso l’intero Paese per lungo tempo, ecco ora affacciarsi un’altra problematica che riguarda i nostri amici animali. Da un po’ di tempo, passeggiando con il mio fido Garibaldi rigorosamente al guinzaglio, noto con dispiacere che alcune persone mi chiedono di girare alla larga da loro: ma non per Garibaldi di per sé (trovatello di taglia media ed estremamente socievole), ma proprio a causa dell’allarme generalizzato messo in opera dalla stampa a causa di due incidenti che hanno visto l’attacco all’essere umano da parte di razze canine ritenute comunemente pericolose. Attacchi che purtroppo sono finiti con la morte di due persone: in entrambi i casi si è trattato di pitbull.
Bisogna ricordare un paio di cose: anzitutto che in Italia per alcune razze canine è previsto l’uso di museruola e guinzaglio contemporaneamente mentre ci sono casi nei quali è obbligatoria un’assicurazione. Ma il padrone del cane stesso deve avere un atteggiamento responsabile e prevenire eventuali situazioni pericolose, cosa che spesso manca semplicemente perché si ritiene il proprio quattrozampe buono e prevedibile. C’è da dire che purtroppo, lo ripetiamo, certa stampa sensazionalista ha di fatto generalizzato una problematica che, sebbene esistente per fortuna in alcuni casi e razze, non trasforma ogni cane in un potenziale pericolo.
Per avere delucidazioni sul tema e soprattutto ricordare quali sono le regole da seguire, abbiamo contattato Anna Maria Ruggiero, esperta anche in comportamento felino e addestratrice, innanzitutto chiedendole quali siano, a suo avviso, le cause di questi incidenti. «Le cause delle aggressioni canine sono molteplici – ci risponde – e dipendono da diversi fattori, tra cui la genetica, l’ambiente, la socializzazione, l’educazione, la salute e lo stress del cane. L’aggressività dei cani è un fenomeno che preoccupa molti cittadini, soprattutto quando si verificano episodi di attacchi a persone o ad altri animali, ignorando però che la maggior parte degli episodi di aggressività dipendono dalla mancata o non corretta gestione dei cani da parte dei loro proprietari. Infatti, i cani hanno bisogno di un’adeguata educazione, socializzazione e cura per sviluppare un equilibrio psicofisico e una convivenza armoniosa con l’ambiente circostante. Per questo motivo, esistono delle norme che regolano le modalità di detenzione e conduzione dei cani, al fine di prevenire il rischio di aggressione e tutelare l’incolumità pubblica».
Quali sono queste norme?
Sono contenute nell’ordinanza del 13 luglio 2016, che ha sostituito le precedenti ordinanze che prevedevano una distinzione tra cani pericolosi e non pericolosi basata su criteri arbitrari e non scientifici. Tra l’altro stabilisce che: i cani devono essere sempre tenuti al guinzaglio e muniti di museruola, da applicare in caso di rischio. salvo che si trovino in aree appositamente recintate e segnalate. Basta fare un giro per le nostre città per riscontrare quanti cani sciolti ci sono in giro, molti dei quali spesso subiscono aggressioni da parte di altri cani sciolti. Inoltre, i cani liberi e incustoditi possono causare incidenti nell’attraversare le strade in modo incauto e, se non sterilizzati, contribuire all’aumento del randagismo, soprattuto nel centro-sud del Paese dove il randagismo è un problema serio.
Poi?
I cani devono essere identificati tramite microchip e iscritti all’anagrafe canina. E anche qui sono ancora in tanti a non mettere il microchip al proprio cane e ciò accade soprattutto al centro-sud dove, come spiegato poc’anzi, c’è ancora troppa superficialità nella gestione dei cani. L’ordinanza stabilisce inoltre che i proprietari di cani – di qualsiasi razza – devono frequentare un corso di formazione per acquisire le competenze necessarie per la corretta gestione dello stesso e poter rispettare così le norme basilari della convivenza civile. Da educatore cinofilo posso dire che sono ancora pochi i proprietari di cani che si rivolgono a un professionista per imparare come gestire e come comunicare nel modo giusto con il proprio cane. C’è ancora tanta strada da fare anche sotto questo punto di vista.
Cos’altro devono fare i proprietari?
Devono stipulare una polizza assicurativa per la responsabilità civile verso terzi per i danni eventualmente causati dal cane. Anche qui, non tutti i proprietari di cani stipulano un’assicurazione in tal senso, personalmente ogni volta che eseguo un percorso di addestramento la consiglio sin da subito in quanto anche questo aspetto viene sottovalutato dai più. I proprietari di cani devono anche segnalare al servizio veterinario competente ogni episodio di aggressione o morso da parte del cane. Un cane che aggredisce un altro animale o una persona non lo fa mai all’improvviso, di solito ci sono dei segnali pregressi che il cane lancia che, se non percepiti e corretti nel modo adeguato, porteranno a un’escalation dell’aggressività. Raramente, per non dire mai, un proprietario segnala ai servizi veterinari o a un addestratore episodi di aggressione da parte del suo cane, si tende spesso a minimizzare l’accaduto o a giustificarlo con argomentazioni discutibili, ad esempio l’istinto predatorio, la razza, ecc.
Cosa succede ai cani che presentano problemi comportamentali?
Devono essere sottoposti a una valutazione da parte di un professionista esperto, che stabilirà le eventuali misure correttive da adottare. Anche qui per esperienza posso testimoniare che sono pochi i proprietari di cani che si pongono il problema di risolvere i problemi comportamentali dei loro cani, sottovalutandoli o ritenendoli addirittura “normali” o insiti nella natura del cane, ad esempio un eccessivo e smisurato attaccamento al proprietario che sfocia in ansia da separazione, insicurezza e sovente in aggressività.
Che misure bisogna adottare con i nostri amici a quattro zampe?
Per evitare episodi di aggressività è fondamentale che i proprietari di cani si impegnino a: scegliere il cane più adatto alle proprie esigenze, al proprio stile di vita e alla propria personalità; informarsi sulle caratteristiche, le necessità e i bisogni specifici della razza o del tipo di cane che si vuole adottare. Evitare di sceglierlo in base all’estetica; fornire al cane una corretta alimentazione, una regolare attività fisica, un’adeguata stimolazione mentale e una buona igiene; educare il cane con metodi positivi e rispettosi, basati sul rinforzo e non sulla punizione, e insegnargli le regole di base della convivenza e dell’obbedienza; socializzare il cane fin da cucciolo con persone, animali e situazioni diverse, per renderlo equilibrato, sicuro e tollerante; rispettare le norme di legge e di buon senso, come tenere il cane al guinzaglio e con la museruola quando necessario, iscriverlo all’anagrafe canina, vaccinarlo e assicurarlo; consultare un veterinario o un educatore cinofilo qualificato in caso di dubbi, problemi o difficoltà nella gestione del cane.
Cosa fare se si entra in possesso di un cane di razze potenzialmente pericolose?
Non esistono razze intrinsecamente aggressive o pericolose, ma esistono cani che hanno bisogno di maggiori attenzioni e cure da parte dei loro proprietari, per garantire il loro benessere e la loro sicurezza. In Italia non esiste più una lista di razze canine considerate pericolose per legge, ma abbiamo visto che esistono delle norme di comportamento che tutti i proprietari di cani dovrebbero rispettare per la sicurezza propria e altrui e che purtroppo in tanti disattendono. L’aggressività dei cani non è un problema insormontabile, ma richiede una collaborazione tra i proprietari e le autorità competenti, per prevenire e gestire i casi di aggressioni. I proprietari devono essere consapevoli dei loro doveri e dei loro diritti, e devono educare i loro cani con impegno e rispetto. Le istituzioni devono fornire servizi e regole efficaci, che tutelino la sicurezza di persone e animali, senza ricorrere a misure discriminatorie o punitive. Solo così si potrà creare una convivenza armoniosa e pacifica tra i cani e la società.
(Guido Gazzolil)
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