Attilio Fontana su abrogazione reato abuso d'ufficio: "Usato per spu*tanare". Il messaggio a Meloni: "Lombardia alla Lega, classe dirigente migliore di FdI"
Attilio Fontana non dimentica l’indagine per abuso d’ufficio in cui è stato coinvolto, e che si è conclusa con un nulla di fatto. La macchia in questi casi resta, il reato nel frattempo è stato abrogato dal governo con un intervento giudicato costituzionale dalla Consulta. Per il governatore lombardo, però, quel reato ha “falcidiato una classe dirigente, umiliato, sporcato amministratori seri e preparati“.
Ne ha parlato in un’intervista al Foglio, in cui ammette che nel suo caso la giustizia ha agito velocemente, visto che ha aspettato un anno e mezzo per veder chiusa la sua vicenda, ma ci sono altre persone che hanno pagato un prezzo molto alto per un reato che, a detta di Fontana, nel 90% dei casi non portava risultati, “se non quello di spu**anare amministratori” finiti nel tritacarne mediatico.
LA MACCHIA DELLE INDAGINI
Peraltro, sono vicende che si portano con sé altre questioni, come le riflessioni su eventuali querele che però avrebbero comportato altri processi. Quei titoli per annunciare che era indagato si trasformavano in trafiletti quando bisognava riportare l’archiviazione. “Ma nessuno tiene conto che rimane qualcosa“, segnala Fontana.
Il presidente della Regione Lombardia conviveva con la sensazione di essere giudicato da tutti, mentre i figli si chiedevano perché per lui dovevano trovarsi la polizia a casa. Si fa più critico quando gli viene chiesto il motivo per il quale la sinistra non festeggia l’abrogazione del reato di abuso di ufficio, che ha coinvolto anche loro sindaci. Per Fontana, la sinistra nutre la convinzione, errata, che possa vincere le elezioni con il sostegno della magistratura.
LOMBARDIA E REGIONALI, FONTANA AVVERTE MELONI
In merito, invece, a questioni interne al centrodestra, in particolare alle candidature per le regionali, Fontana alza un muro contro la scelta di un esponente di Fratelli d’Italia, assicurando che la Lega non intende rinunciare alla Lombardia, sottolineando come la classe dirigente leghista abbia qualcosa in più di FdI.
Meloni non deve pensare di poter fare da sola, anzi in Lombardia serve una coalizione compatta per vincere, secondo Fontana. Riguardo la possibilità che sia Guido Guidesi il suo successore, il governatore ritiene che oltre a essere un ottimo assessore, abbia “le carte per governare” la Lombardia. D’altra parte, non vuole che questo nome venga ‘bruciato’.
IL GOVERNO MELONI NON AMA IL NORD?
Tra i temi affrontati da Attilio Fontana nell’intervista al Foglio c’è pure una riflessione sul governo Meloni, accusato di essere romanocentrico. Per il governatore lombardo, “il problema esiste“, infatti lamenta l’atteggiamento nei confronti delle regioni settentrionali.
Fontana avverte la premier: “Penso e lo dico che il governo Meloni non controlli a sufficienza una burocrazia che non ha nella Lombardia uno degli amici privilegiati, eppure è la regione che traina il Paese“.