Charles Leclerc, Lewis Hamilton e Pierre Gasly squalificati dal GP di Shanghai: le monoposto Ferrari e Alpine hanno infranto il regolamento della Formula 1
Si mette male in casa Ferrari ed Alpine dopo il GP di Shanghai con la decisione della FIA di squalificare Charles Leclerc, Lewis Hamilton e Pierre Gasly annullando i loro risultati odierni dalla classifica perché le loro vetture monoposto hanno infranto il regolamento della Formula 1: una decisione pesantissima e che potrebbe compromettere le possibilità dei tre piloti di conseguire risultati soddisfacenti nelle prossime gare; sempre che Ferrari ed Alpine riescano effettivamente a risolvere i problemi il vista del prossimo GP di Suzuka previsto per il prossimo 6 aprile.
Partendo dal principio, è bene ricordare che nel GP Shanghai di oggi il migliore dei tre era stato proprio Charles Leclerc che aveva incassato una quinta posizione a bordo della sua Ferrari, seguito a breve distanza dal collega del cavallino rampante Lewis Hamilton in sesta posizione con un tempo superiore di appena 2,18 secondi; mentre Pierre Gasly che con la sua Alpine aveva conquistato un’undicesima posizione arrivando un minuto dopo il primo classificato – a bordo di una McLaren – Oscar Piastri.
Formula 1, cos’è successo alle monoposto di Leclerc, Hamilton e Gasly: le contestazioni da parte della FIA
Venendo alla squalifica, la decisione della FIA è stata presa durante i consueti controlli dopo la gara sul rispetto del regolamento della Formula 1 dal punto di vista della caratteristiche tecniche delle vetture: per quanto riguarda Charles Leclerc e Pierre Gasly entrambe le monoposto ad una prima pesata era risultate coerenti con il minimo di 800 kg richiesto dal regolamento; mentre in un secondo momento dopo aver svuotato i serbatoi e rimontate le ali superiori sostituendo quelle danneggiate durante la corsa il peso è risultato di 799 kg, poi confermato da una terza pesata con altre strumentazioni.
Per quanto riguarda Lewis Hamilton – invece – la FIA ha riscontrato sulla sua SF-25 un skid di spessore inferiore ai minimi consentiti – ovvero 9 millimetri – di circa 0,5 millimetri anche questo confermato da due misurazioni differenti: tutti e tre i piloti erano presenti durante le operazioni di controllo e ai rispettivi team è stata data la possibilità di controbattere in udienza; ma alla fine il verdetto è stato pesantissimo, rilevando che “non ci sono circostanze attenuanti” e che l’unica alternativa era – appunto – la squalifica per questa gara.