Francesca Fialdini, conduttrice su Rai Uno di “Da noi… a ruota libera” e su Rai Tre di “Fame d’amore”, si è soffermata, nell’ambito di un’intervista pubblicata sulle colonne de “Il Mattino”, sui problemi dei giovani di oggi. La presentatrice ha sottolineato che le ragazze e i ragazzi d’Italia hanno “una fame incredibile di essere visti. È come se ci dicessero continuamente ‘Io sono qua, come fai a non vedermi? Ho dei diritti, ho una personalità. Io sono qua e ho delle domande. Perché non mi rispondi? Perché nessuno mi sta rispondendo?’. Una fame di essere visti che verifichiamo anche con l’uso e l’abuso che fanno dei social, un luogo dove l’immagine conta più di ogni cosa e che spesso dà loro un senso di esistenza. Ma dentro un terribile silenzio delle relazioni reali. I giovani cercano di essere compresi e sentono di non esserlo”.
Non ci sono responsabilità particolari, né si deve cercare un colpevole, secondo Francesca Fialdini, la quale ha però esortato a porsi delle domande di responsabilità: “Di chi sono questi figli? Sono o non sono figli del nostro Paese? Sono o non sono cittadini? È un loro diritto trovare un lavoro, trovare insegnanti che li sappiano ascoltare? È loro diritto trovare edifici scolastici dignitosi, vestirsi come vogliono, senza essere etichettati? Questi ragazzi muoiono di solitudine, si buttano dal quarto piano per solitudine”.
FRANCESCA FIALDINI: “LA PERFEZIONE DIVENTA MANIA DI CONTROLLO”
Nel prosieguo della sua chiacchierata con i colleghi de “Il Mattino”, Francesca Fialdini ha rilevato come vengano continuamente proposti agli occhi dei giovani canoni estetici inarrivabili o inesistenti, “sicuramente tossici e dannosi per loro, che si nutrono di immagini e di messaggi. La strapotenza dell’immagine, soprattutto sui social. Quei corpi sono sempre più nudi, esibiti, in posa, ammiccanti. C’è il tema della perfezione, che diventa mania di controllo e può divenire concausa di un disagio profondo, che sua volta diventa malattia”.
La società performativa è un tema reale, in Italia: “Si prova a eccellere secondo parametri non sani, che diventano tossici, perché si è perso il senso di una comunità, dove ci si parla, ci si consiglia, dove anche un lavoro umile serve, dove tutti hanno un posto, dove ogni cosa fa sì che la società funzioni – ha concluso Francesca Fialdini –. Abbiamo creato dei modelli assoluti che si trasformano in gabbie. Dobbiamo fare una riflessione”.