È durata poco meno di 72 ore la fuga e la caccia all’uomo scaturita dall’attacco con coltello che lo scorso venerdì 25 aprile ha sconvolto la Francia e la piccola comunità – un tempo mineraria ed oggi consistente in circa 5mila persone – di Grand-Combe dove un uomo è stato brutalmente assassinato mentre pregava all’interno della locale moschea Khadidja: un vero e proprio gesto (per ora) immotivato e che è stato filmato dallo stesso autore – oltre che dalle telecamere di sicurezza della moschea -; mentre dopo aver colpito il Francia sembra che il responsabile si sia diretto in Italia per consegnarsi in mattinata alle autorità di Pistoia che stanno già lavorando all’estradizione.
Partendo dal principio, è bene tornare fino a quel venerdì 25 aprile per ripercorrere il brutale attacco con coltello che ha sconvolto la quiete della piccola comunità in Francia: erano da poco passate le 8:30 del mattino e – secondo la ricostruzione fatta grazie alle telecamere di sorveglianza dalla moschea – il 24enne maliano (nato e cresciuto in Francia) Aboubakar Cissé era da poco arrivato nel luogo di culto completamente deserto per pregare in solitudine quando è stato raggiunto dal 20enne francese Olivier A.
Attacco con coltello alla moschea di Grand-Combe in Francia: dopo la fuga, il killer è stato arrestato in Italia
Dopo essersi inginocchiato al suo fianco, averci scambiato un paio di parole e aver fatto finta di pregare con lui, il sospettato ha estratto a sorpresa un lungo coltello con il quale ha ripetutamente colpito la vittima: ad ora non è ancora chiaro il numero di colpi inflitti, ma il presidente della moschea Salim Touazi ai media francesi ha spiegato che sembrava essere stato ucciso “da un mostro”; mentre in quei terribili attimi impressi dalle telecamere, l’assassino ha anche tirato fuori il suo cellulare per riperdere la vittima mentre infliggeva gli ultimi – crudelmente inutili – colpi.
Durante l’attacco con coltello, l’assassino sembra anche aver pronunciato alcuni insulti contro l’Islam, i musulmani e Allah, raccontando alla sua vittima esanime (ma ancora in vita) che avrebbe voluto compiere altri omicidi: la matrice del gesto non è ancora chiara con le autorità della Francia che partendo dall’ovvia ipotesi dell’attentato anti-Islam, non escludono neppure che possa essersi trattato di un gesto legato a qualche problema mentale dell’assassino; mentre resta certo che vittima e carnefice non si conoscessero.
Dopo l’attacco in Francia, l’assassino si è immediatamente dileguato senza lasciare alcuna reale traccia oltre al video che ha lucidamente impresso quei terribilmente brutali attimi: dopo circa 24 ore di indagini il sospettato è stato identificato, suo fratello brevemente arrestato, interrogato e rilasciato; mentre la svolta è arrivata infine questa mattina con le autorità di Pistoia che hanno confermato ai colleghi francesi che il 20enne si sarebbe spontaneamente consegnato confessando di essere il killer di Grand-Combe ed ora è attualmente sottoposto ad interrogatorio.