La Francia si sta attrezzando per combattere il bioterrorismo. La minaccia di pandemie non soltanto naturali ma anche create dall’uomo è concreta. Il riferimento è agli estremisti islamici, che ambiscono da tempo a questo progetto, ma non solo. È per questo motivo che, come riportato da Le Figaro, lo Stato e l’Unione Europea hanno deciso di sostenere una PMI con sede a Lione che sta lavorando su queste minacce mortali. Si tratta di Fabentech, una piccola azienda biotech con quaranta dipendenti, per lo più donne, di età media di 30 anni.
Dal 2023 l’azienda in questione fa parte del consorzio europeo Counteract, che si propone di sviluppare studi preclinici e clinici sulla sicurezza e l’efficacia delle contromisure mediche contro minacce di tipo nucleare, radiologiche, biologiche e chimiche. In particolare, il lavoro attuale si sta concentrando verso quattro pericoli, che diventeranno sette entro il 2023). La loro natura è ovviamente coperta dal segreto professionale. Il budget annuale è di 1,3 miliardi di euro.
Francia combatte contro bioterrorismo: l’impegno di Fabentech
Sebastien Iva è il presidente del consiglio direttivo di Fabentech, l’azienda creata nel 2009 che aiuta la Francia e da alcuni mesi anche l’Unione Europea a combattere contro il bioterrorismo. “Anticipare le nuove minacce e produrre degli antidoti contro di esse costa molto meno che affrontarne le conseguenze catastrofiche”, ha affermato in una intervista a Le Figaro.
La PMI si sta muovendo su due fronti. Uno è quello del bioterrorismo in senso stretto, per cui sta collaborando per la previsione con la Difesa e la Direzione Generale degli Armamenti. Un altro è quello della natura. Gli ingegneri e i medici coinvolti nel progetto non dimenticano infatti che, dove la minaccia non arriva dai terroristi, a crearla è il mondo stesso. La posta in gioco è alta e non è possibile abbassare l’attenzione per il bene della popolazione.