IL VIAGGIO IN USA DI NETANYAHU DIVENTA UN CASO
Francia, Italia e Grecia avrebbero consentito al primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu di sorvolare il loro spazio aereo, nonostante il mandato di arresto emesso dalla Corte penale internazionale (CPI). La questione è stata inizialmente sollevata dall’agenzia di fact-checking Sanad di Al Jazeera, che però ha tirato in ballo solo il Paese guidato da Emmanuel Macron, mentre il Centro Al Mezan per i Diritti Umani, ong con sede nel campo profughi palestinese di Jabalia nella Striscia di Gaza, ha tirato in ballo anche Italia e Grecia.
Questi tre Paesi hanno l’obbligo legale di attenersi al verdetto della Corte, in quanto membri della stessa e firmatari dello Statuto di Roma del 1998. Stando a quanto riportato dall’agenzia di Al Jazeera, è la seconda violazione del diritto internazionale da parte di Netanyahu, perché la prima risale al 2 febbraio, quando era in viaggio verso Washington e l’aereo su cui era a bordo avrebbe attraversato lo spazio aereo francese.
Dunque, la seconda violazione riguarda il viaggio di ritorno. Infatti, dopo la visita in Usa, l’aereo, chiamato Ala di Sion, trasportava Netanyahu per riportarlo in Israele.
AL MEZAN CONTRO FRANCIA, ITALIA E GRECIA
Il Centro Al Mezan per i Diritti Umani e altre organizzazioni della società civile e per i diritti umani – Addameer Prisoner Support and Human Rights Association, Palestine Institute for Public Diplomacy (PIPD), The Palestinian Initiative for the Promotion of Global Dialogue and Democracy (MIFTAH) e Al-Haq – sono intervenuti in un comunicato congiunto per condannare “fermamente la Grecia, l’Italia e la Francia per non aver rispettato i loro obblighi legali ai sensi del diritto internazionale“.
Inoltre, hanno permesso al premier israeliano Netanyahu “di transitare nel loro spazio aereo il 2 febbraio 2025 senza eseguire i mandati di arresto emessi nei suoi confronti dalla Camera preliminare I della Corte penale internazionale (CPI) per crimini di guerra e crimini contro l’umanità“.
Le associazioni ricordano che hanno l’obbligo di cooperare con la Corte penale internazionale, “anche eseguendo i mandati di arresto e consegnando le persone ricercate dalla Corte quando si trovano all’interno della loro giurisdizione, che si estende a tutto il loro territorio, compreso lo spazio aereo“.
“A RISCHIO CREDIBILITÀ DELLA CORTE PENALE INTERNAZIONALE”
L’Al Mezan Center for Human Rights e le altre organizzazioni hanno, quindi, colto l’occasione per invitare tutti i Paesi membri dell’Ue, così come il Regno Unito, in quanto membri della CPI, “a rispettare i loro obblighi legali eseguendo il mandato d’arresto contro il Primo Ministro Netanyahu qualora si trovasse nel loro spazio aereo“.
Oltre a segnalare l’attraversamento dello spazio aereo europeo nel viaggio in Usa, le associazioni evidenziano che “il rispetto del diritto internazionale non è facoltativo e la mancata azione eroderebbe ulteriormente la credibilità dell’ordine giuridico internazionale e la lotta contro l’impunità“.
🚨 All States Parties to the @IntlCrimCourt have a legal obligation to execute arrest warrants issued by the ICC.
If Israeli PM Netanyahu enters their jurisdiction—including airspace—they must fulfill their duty to arrest and hand him over to the ICC.https://t.co/npdtJscebr
— Al-Mezan الميزان (@AlMezanCenter) February 6, 2025