Francia, il giornalista Zemmour e il direttore dell'Ifop Fourquet discutono sulla scristianizzazione e propongono soluzioni per non perdere l'identità

Il processo di scristianizzazione che da anni sta avvenendo in Francia sta abbassando drasticamente la percentuale di fedeli, che negli anni dall’80% è già arrivata a poco più del 50%, con una riduzione importante soprattutto tra le famiglie che in precedenza seguivano i percorsi spirituali e le regole religiose come ad esempio quelle sui sacramenti e sui riti come matrimonio, funerali, ma anche andando a messa la domenica. Tutte tradizioni che stanno quasi scomparendo a favore di una islamizzazione pericolosa che rischia di dare ancora più potere agli estremismi.



Il magazine del quotidiano Le Figaro ha dedicato un approfondimento proprio a questo tema, pubblicando una discussione tra Éric Zemmour e Jérôme Fourquet. Il primo, giornalista scrittore e presidente del partito Reconquete, che difende la cultura e le radici dell’Europa giudaico cristiana, e l’altro, analista e direttore dell’istituto di sondaggi francese Ifop. I due hanno parlato della necessità di riscoprire le tradizioni, attraverso un percorso di consapevolezza che parte proprio dalla nascita della nazione e dell’evoluzione che non sarebbe stata possibile senza il cristianesimo.



Dettaglio di un rosario nel giorno dell’Assunzione, Parigi, 15 agosto 2025 (Ansa)

Éric Zemmour: “Il Vaticano ha protestantizzato la Chiesa passando dalle emozioni alla ragione”

Il giornalista Éric Zemmour ha ricordato nella discussione con Fourquet su Le Figaro, che : “è stato il cristianesimo a fare la Francia”. Come dimostra il fatto storico del generale de Gaulle che  disse: “La storia del mio paese è iniziata con la conversione di Clodoveo al cattolicesimo“.

Poi però ci sono stati alcuni fattori che hanno portato ad un disinteresse generale, tra questi lo scrittore attribuisce anche una gran parte di responsabilità al Vaticano, colpevole di aver portato la Chiesa dall’emozione alla ragione e quindi contribuendo ad un processo di protestantizzazione. Un fenomeno che è condiviso anche dall’interlocutore che ha sottolineato come questo sia avvenuto molto rapidamente, e alla vigilia di Halloween si chiede proprio se sia arrivato il momento che si temeva, in cui alla fine la zucca sostituirà definitivamente il crisantemo della festa dei morti.



I segni d’altronde sono evidenti e lo mostrano le statistiche ufficiali nelle quali ogni anno scendono le percentuali sia dei battezzati e salgono quelle di persone che dopo la morte scelgono di farsi cremare, al 45% oggi contro l’1% degli anni 80. E tutto ciò si ripercuote anche nella scomparsa graduale dell‘identità culturale, mostrata ad esempio con i nomi di importanza religiosa come Maria che per le bambine non si usa più visto che ora viene scelto solo dallo 0,2% dei genitori mentre nel 1900 era al 20% di diffusione nazionale.

Sempre meno cristiani in Francia, Fourquet: “Abbiamo importato Islam e mode americane con la globalizzazione”

Nella discussione sulla scomparsa dei cristiani in Francia e sulla necessità di riscoprire un percorso spirituale contro la crescente islamizzazione che rischia di far scomparire l’identità culturale giudaico cristiana sulla quale è stata fondata l’Europa, i due protagonisti hanno provato a proporre soluzioni. Il primo obiettivo, come afferma Zemmour, dovrebbe essere quello di far riscoprire ai francesi chi sono e da dove vengono. Questo può essere fatto nelle scuole cambiando quei programmi che invece per anni hanno proposto solo ambientalismo, odio verso sè stessi e senso di colpa.

Fourquet invece evidenzia che il “nemico” da combattere non è rappresentato solo dall‘Islam, che oggi riguarda il 15% della popolazione tra i 18 e i 24 anni, ma anche dalle importazioni culturali come quelle che sono arrivate in massa dall’America come conseguenza della globalizzazione e che hanno alterato la storia e l’identità collettiva.

In conclusione entrambi ammettono che l’atteggiamento deve cambiare a partire dai rappresentanti della Chiesa, che sembrano ormai rassegnati a diventare una minoranza in via d’estinzione ma che dovrebbero impegnarsi ad ascoltare di più le nuove generazioni e i giovani sacerdoti che non vogliono scomparire.