La bomba atomica Aldebaran sganciata il 2 luglio del 1966 dalla Francia sull’atollo di Muroroa (Polinesia), nell’ambito delle sperimentazioni in epoca di Guerra Fredda, ha avuto una serie di ripercussioni decisamente importanti sulla salute delle persone. Nonostante per il governo francese l’ordigno non abbia causato alcun male in quanto sganciato su un atollo disabitato, stando a quanto scrive Businessinsider in queste ore le conseguenze sarebbero ben più gravi.
Gli effetti devastanti di Aldebaran sono infatti rimasti segreti fino ad oggi, portati alla luce dal programma di Scienza e Sicurezza globale dell’Università di Princeton, da Disclose, un gruppo di giornalisti investigativi, e infine, da Interprt un gruppo che utilizza il design per documentare crimini ambientali. In totale sono stati raccolti circa 2mila documenti militari resi pubblici anche grazie ad una estenuante battaglia legale fra le famiglie delle vittime e il governo francese.
FRANCIA E L’ATOMICA IN POLINESIA: 10MILA CASI DI CANCRO ALLA TIROIDE
Sarebbero state circa 110mila le persone raggiungete dalle radiazioni ionizzanti emesse dalla bomba Aldebaran, in poche parole, l’intera popolazione polinesiana del 1966, e fra i colpiti anche le stesse forze armate francesi, circa 2 mila persone che hanno contratto il cancro delle sei mila che componeva lo staff dell’atomica dell’epoca. A questi dati scioccanti si aggiungono quelli contenenti in un documento del ministero della salute polinesiano, secondo cui le vittime di cancro alla tiroide sono state ben 10mila fra Tahiti e l’arcipelago Gambier, e ognuna avrebbe ricevuto una dose pari a 5 millisieverts. Il problema alla base di tutto ciò è che fino ad oggi praticamente nessuno ha pagato per i crimini commessi, tenendo conto che solamente 454 persone hanno ricevuto una somma in denaro per i danni causati dall’atomica, e che l’80% dei presunti casi sono stati rifiutati. Ma la verità, drammatica, sta venendo lentamente a galla, grazie al lavoro certosino di università, giornalisti e soprattutto delle famiglie: chissà che a breve qualcuno possa pagare sul serio.