Mentre il caso legato alle intercettazioni di Luca Palamara tiene ancora banco e nel mondo politico, in maniera bipartisan, si fa più pressante la richiesta di una riforma della giustizia italiana e dello stesso Csm (Consiglio Superiore della Magistratura), torna a parlare Franco Coppi, professore emerito di Diritto Penale. Coppi, intervistato da “Il Giornale” soprattutto per essere stato in passato uno dei legali di Silvio Berlusconi, oltre che anche di Giulio Andreotti e dell’ex capo della Polizia, Gianni De Gennaro, ha spiegato che in questo momento lui avrebbe paura a farsi giudicare dalla giustizia italiana e che la sensazione che gli lascia questo momento di caos nel mondo delle toghe è quello di sconforto, sottolineando come per lui il vero problema non sia il sistema delle correnti in seno alla magistratura, aspetto certo non nuovo, quanto il fatto che gli stessi magistrati sappiano giudicare con correttezza e imparzialità. “Il problema non si risolve nemmeno con la separazione delle carriere fra giudici e pm” ha spiegato Coppi nell’intervista, negando che la proposta del centrodestra possa essere la soluzione a un problema ben più profondo: “Tolta la toga i magistrati tornano uomini” ha aggiunto il professore in merito ad alcuni termini usati da Palamara e soci in alcune intercettazioni, spiegando che purtroppo il loro vocabolario nel privato non è certo diverso da quello dell’uomo della strada.
FRANCO COPPI, “OGGI AVREI PAURA DELLA GIUSTIZIA ITALIANA PERCHE’…”
Secondo Franco Coppi quello che fa più male della vicenda è che le parole lo avviliscono e addolorano perché fanno emergere una “idea antagonista alla stessa idea che dobbiamo avere di un giudice” e questo forse si deve a un abbassamento del rigore e del livello non solo dell’avvocatura ma anche della magistratura: “La giustizia è in crisi e la crisi è il momento culminante della malattia, dopo viene la convalescenza ma la malattia va curata…” suggerisce l’ex legale di Berlusconi. “Non penso che ci sia un disegno per colpire la magistratura” precisa invece Coppi a proposito delle parole pronunciate da Luca Poniz, presidente dimissionario dell’Anm (Associazione Nazionale Magistrati) che precisa la sua posizione spiegando che ci sono tanti ottimi giudici ma che altresì bisogna evitare i toni enfatici. “Ho maturato la convinzione che non serve separare le carriere e nemmeno abolire le correnti” aggiunge Coppi che invece a proposito della possibilità di sciogliere il Csm si dimostra possibilista, “valutando con serenità e senza farci prendere all’isteria” per poi girare pagina e ricominciare. “Le intercettazioni? È impensabile rinunciarvi, ma è giusto disciplinare il loro impegno e fare in modo che il loro utilizzo non vada al di là della ricerca della verità” conclude l’81enne giurista e accademico.