La procura ha chiesto il rinvio a giudizio di Franco Fatone, giornalista del Tg2 di Rai Due. Come riferito dai colleghi del Corriere della Sera, Fatone sarebbe accusato di aver preteso dei soldi per parlare bene in televisione delle persone di cui si occupava nei propri servizi, accuse che ovviamente andranno dimostrate in tribunale. Il giornalista del Tg2 si occupa di moda e costume e lo stesso è accusato del reato di “induzione indebita a dare o promettere utilità”, riporta Il Corriere. Il fascicolo è stato aperto a febbraio dell’anno scorso, dopo una denuncia da parte dell’imprenditore Francesco Rizzica, che si è presentato in Procura con cinque telefonate registrate, e raccontando di non aver versato una somma compresa fra i 4 e i 5000 euro, che stando al suo racconto da confermare, il giornalista gli avrebbe chiesto per inserirlo nel dossier “Saranno famosi”, trasmesso in televisione il 3 dicembre del 2017, e riguardante i giovani imprenditori nel campo della moda.
TRE IMPUTAZIONI NEI CONFRONTI DI FRANCO FATONE
Dopo la perquisizione effettuata sul computer del giornalista, nonché sul telefono dello stesso, il pm Giovanni Polizzi ha contestato anche altre tre imputazioni, oltre alla denuncia di Rizzica: 6.400 euro richiesti a Michele Baldassarre Lettieri sempre per lo stesso servizio del Tg2 del dicembre 2017, quindi 1.000 euro a Guido Della Volpe, per un servizio in onda invece l’8 aprile del 2017, e infine, altri 3/4000 euro che Vincenzo Taverniti aveva promesso ma mai pagati, per la promozione del Pisa Football College del 21 aprile 2016. Franco Fatone ha rimandato al mittente ogni accusa, ed ha negato di aver mai preteso soldi per i propri servizi, parlando di semplici prestiti di denaro che lo stesso avrebbe poi restituito in parte, o avrebbe intenzione di restituire in toto. Il reato di cui è accusato Titone, quello di induzione indebita, è contestato ai giornalisti della Rai perché il pm li ritiene «incaricati di pubblico servizio». Se Fatone lavorasse per una tv privata il reato sarebbe invece quello di «corruzione tra privati».