PERCHÈ FRANCO GABRIELLI HA LASCIATO L’INCARICO OFFERTOGLI DA SALA NELL’OTTOBRE 2023
Una “missione compiuta” per il “superpoliziotto” scelto dal sindaco Beppe Sala per monitorare e migliorare la sicurezza a Milano? Il fatto che resti il punto di domanda la dice lunga sul lascito dell’ex capo della Polizia Franco Gabrielli dopo 16 mesi quasi di responsabile del Comitato di Sicurezza speciale nominato da Palazzo Marino. Non tanto per un “cattivo servizio” dello stesso Gabrielli, ma per gli annunci in pompa magna fatti dalla giunta Sala al momento della nomina nell’ottobre 2023: c’è dunque chi si divide tra il dispiacere della decisione personale di Gabrielli di dimettersi dall’incarico anzitempo, giudicando ottimo il lavoro svolto sulla città di Milano, e c’è chi invece contesta a lui (e soprattutto al sindaco progressista) una situazione della sicurezza globale nella metropoli tutt’altro che migliorata.
I casi Corvetto e Capodanno in Piazza Duomo sono solo i due elementi di massimo impatto mediatico, è poi nella sensazione di residenti e turisti che ogni giorno affollano la grande città sotto la Madonnina che alberga un senso di malcontento generale per il grado di (in)sicurezza spesso sperimentato. Nell’intervista odierna al “Corriere della Sera” parla Gabrielli spiegando il perché dell’uscita di scena anticipata dall’incarico affidatogli dal Comune, dopo averlo concordato direttamente con Sala: l’ex prefetto si dice amareggiato per chi ha pensato che nel ruolo sulla sicurezza milanese vi fosse l’intento di un “trampolino” politico per altri futuri incarichi più prestigiosi. Non solo, smentisce di aver mirato a fare l’assessore, «ho vissuto con amarezza le strumentalizzazioni», racconta l’ormai ex responsabile del Comitato sulla Sicurezza del Comune di Milano. Gabrielli racconta di essersi accorto che lui stava diventando «il problema e non la soluzione» e lì nel dialogo con Sala ha deciso di mettere un punto definitivo, «non ho nessuna intenzione di fare il San Sebastiano a tempo indeterminato».
GABRIELLI: “ECCO COSA MANCA ANCORA PER MIGLIORARE LA SICUREZZA A MILANO”
Pur confermando la piena stima che nutre per il sindaco di Milano Beppe Sala, la scelta delle dimissioni per Franco Gabrielli arriva dopo mesi difficili per il caso del giovane residente in Corvetto, Ramy Elgaml, che ancora infiamma la politica nazionale: per l’ex capo della Polizia le reazioni «scomposte» a livello generale fanno il paio con la vicenda dolorosa personale. Nell’intervista rilasciata a caldo dopo i disordini incresciosi in zona Corvetto le polemiche sulle parole di Gabrielli circa la necessità di una «proporzionalità nell’azione delle forze di polizia» ha scatenato la bagarre politica, così come quando ha chiesto che non si criminalizzassero mai le forze dell’ordine.
Gabrielli se la prende non solo con il Centrodestra che lo ha criticato ma anche parte della sinistra in giunta Sala a Milano, pensavano che «la mia presenza fosse destabilizzante per ambizioni personali» di qualcuno, sebbene non lo nomini. Questo ha convinto l’ex prefetto a dimettersi dall’incarico, sebbene ribadisca che il suo ruolo non fosse minimamente a pagamento: è però un saldo positivo quello che si intesta Gabrielli a domanda specifica sul “Corriere”, 16 mesi dove tra le nuove norme sui vigili urbani e sulle regole per la sicurezza si sarebbero raggiunti traguardi importanti. Per il Comune c’è stato un «cambio di passo», nonostante le difficoltà e la mancanza di dialogo con prefetto e Ministero dell’Interno: la tempistica delle dimissioni, spiega ancora Gabrielli, «è dettata proprio dal fatto che, come dicevo prima, da problem solver sono diventato quasi un problema e quindi mi tolgo d’impaccio».
Coesione, integrazione, prospettiva: questo quello che ancora manca secondo la “ricetta” dell’e responsabile sicurezza, tanto a Milano quanto nel resto d’Italia. Non particolarmente concorde il milanese Carlo Fidanza, vicepresidente ECR e storico esponente di Fratelli d’Italia in Lombardia: dopo l’intervista di Gabrielli, su Facebook l’europarlamentare meloniano sottolinea come il “superpoliziotto” non può parlare di missione compiuta visti i numeri di rapine, violenze e microcriminalità in crescita costante, «la Milano di Sala è tutt’altro che sicura e lo sanno bene tutti quelli che ci abitano».