Quando, il 25 luglio 1985, la leggenda di Hollywood, l’attore Rock Hudson, rivela pubblicamente di avere l’Aids, non è solo uno shock, ma la prima dichiarazione dell’esistenza di questa malattia fino ad allora sconosciuta. Lo shock è comunque enorme perché l’attore, considerato un sex symbol, era sempre riuscito a tenere nascosta la sua omosessualità e grazie alla sua bellezza aveva fatto innamorare milioni di donne. La sua immagine di uomo virile, ricco e famoso crollava in un istante: l’ospedale in cui era ricoverato a Parigi si svuotò immediatamente per il terrore del contagio. L’attore cercò di rientrare subito negli Stati Uniti, ma il suo staff incontrò notevoli problemi nel reperire un volo, poiché nessuna compagnia aerea voleva averlo come passeggero. Alla fine Hudson fu costretto a prenotare un intero volo solo per lui. Fu la misura di quanto la malattia fosse fino a quel momento sconosciuta.
Improvvisamente, uno dopo all’altro, cominciarono ad ammalarsi moltissime celebrità e non solo. Non era la malattia dei gay, come si disse a lungo, puniti per aver osato andare contro natura, perché vittime ne erano anche le donne e soprattutto i tossicodipendenti: tra i tanti vip che morirono nel giro di pochissimi anni Rudolf Nureyev, Keith Haring, Robert Mapplethorpe. Dall’inizio dell’epidemia a oggi, oltre 70 milioni di persone hanno contratto l’infezione e circa 35 di queste sono morte.
Quello che stava succedendo era piuttosto la conseguenza dell’amore libero e della droga libera che dagli anni 60 in poi erano diventati lo stile di vita predominante, almeno in certi ambienti, quelli dei ricchi e dei famosi. Improvvisamente quel modo di vivere scompare: sesso solo con compagni duraturi e obbligatoriamente con il preservativo.
Freddie Mercury, la prima e più famosa rock star morta di Aids, tenne nascosta la malattia fino a solo due giorni prima della morte. Era da tempo però che i fan avevano capito qualcosa: sempre meno presente in pubblico, le poche volte che lo faceva appariva incredibilmente dimagrito e emaciato.
Dal 1974 circa il pubblico era a conoscenza del suo orientamento sessuale e si vociferava di una vita sregolata fatta di droga e diversi amanti. Nel 1986 gli vengono diagnosticati i primi sintomi, ma le conoscenze mediche, nonostante il caso Hudson, sono ancora poche. Così per circa un anno provò a non dar troppo peso a quello che stava accadendo all’interno del suo corpo. Nel 1987, però, dovette ricorrere ad accertamenti clinici più specifici durante i quali fu accertata la presenza della Sindrome da immunodeficienza acquisita.
Per diversi anni non rilasciò dichiarazioni pubbliche in proposito. Solo gli altri membri del gruppo e il suo staff erano a conoscenza della situazione. I suoi fan, però, iniziarono a capire che l’aspetto sempre più emaciato e il progressivo ritiro dalle scene nascondevano una situazione ben più preoccupante. L’ultima apparizione televisiva avvenne nel febbraio del 1990, in occasione dei BRIT Awards. In quel periodo morì Nikolai Grishanovich, che era stato anche un suo partner, e le voci si facevano sempre più insistenti, tanto che venne pubblicato un comunicato stampa solo per smentire le illazioni. Il 22 novembre di quell’anno, le sue condizioni erano peggiorate a tal punto che il suo staff dovette ufficializzare la diagnosi di Aids. E’ però la mattina del 23 il giorno in cui tutti i grandi giornali aprono con la notizia: “A seguito delle enormi congetture sulla stampa, desidero confermare di essere risultato positivo al test per l’HIV e di avere l’AIDS. Ho ritenuto corretto mantenere queste informazioni private al fine di proteggere la privacy di coloro che mi circondavano. Tuttavia, è giunto il momento per i miei amici e i fan di tutto il mondo di conoscere la verità, e spero che tutti si uniranno a me e ai miei medici nella lotta contro questa terribile malattia”.
Peter Freestone, da più di dieci anni suo assistente personale, nonché grande amico, racconta di come quel comunicato fu per lui una liberazione che lo cambiò completamente anche se per poche ore ormai: “Da dopo la diffusione del comunicato stampa, Freddie è cambiato totalmente. All’inizio della settimana era teso, poi si è rilassato. In tutti quegli anni non lo avevo mai visto così sereno. Non c’erano più segreti, non si nascondeva più. Sapeva che avrebbe dovuto fare quella dichiarazione, altrimenti qualcuno avrebbe potuto pensare che lui considerasse l’AIDS come qualcosa di sporco, da nascondere sotto il tappeto”.
Sempre Freestone racconta di come Mercury avesse deciso di morire: “Dal 10 novembre aveva smesso di assumere medicine. Sabato 23 novembre il cantante entra in coma. Domenica 24 alle 18 e 48 il cuore smette di battere. Con lui solo il suo compagno. Per milioni di persone è uno shock: il comunicato diffuso solo 24 ore prima non aveva fatto pensare che la morte sarebbe arrivata così presto, immediata.
Pochi mesi prima Freddie Mercury aveva inciso la sua ultima canzone, Mother Love che sarebbe apparsa postuma, nel disco del 1995 dei Queen Made in Heaven, contenente canzoni di cui Mercury aveva registrato la parte vocale fino a quando ne aveva avuto le forze e che il resto della band completò dopo la sua morte. Mother Love contiene l’ultima parte vocale mai registrata da Mercury, fra il 13 e il 16 maggio 1991.
Il contenuto è ampiamente profetico, il cantante sentiva la morte che si avvicinava. Non solo: è quasi un atto di dolore, il suo, nei confronti di una vita i cui troppi eccessi lo hanno portato a una fine prematura. Dice basta a tutto quello che è stato, chiede un’amore che sia compagnia per sempre, un amore materno. Il desiderio è quello di tornare a quando era giovane, un bambino, prima di intraprendere un sentiero fatto di false illusioni. Ma non chiede pietà per quel che ha fatto, era il suo destino, era quello che doveva succedere. E alla fine fa capolino una intuizione illuminante: Dio opera in modi misteriosi. E in modi misteriosi ogni vita, anche quelle che sembrano essersi autodistrutte, rifulge di luce.
Non voglio dormire con te
Non ho bisogno della passione
Non voglio una relazione tempestosa
Per farmi sentire che la mia vita sta andando da qualche parte
Tutto quello che voglio è il comfort e la cura
Solo per sapere che la mia donna mi dà dolcezza
Amore materno
Ho camminato troppo a lungo in questa corsia solitaria
Ne ho abbastanza di questo stesso vecchio gioco
Sono un uomo di mondo e dicono che sono forte
Ma il mio cuore è pesante e la mia speranza è svanita
Fuori in città, fuori nel freddo mondo
Non voglio pietà, solo un posto sicuro dove nascondersi
Mamma per favore, fammi tornare dentro
Non voglio fare onde
Ma puoi darmi tutto l’amore che bramo
Non ce la faccio se mi vedi piangere
Desidero la pace prima di morire
Tutto quello che voglio è sapere che ci sei
Mi darai tutta la tua dolcezza
Amore materno
Il mio corpo fa male, ma non riesco a dormire
I miei sogni sono tutta la compagnia che ho
Ho una tale sensazione mentre il sole tramonta
Sto tornando a casa dal mio dolce
Amore materno
Dio opera in modi misteriosi
Penso che tornerò alle cose che ho imparato così bene in gioventù