Quella della funivia del monte Faito a Castellammare di Stabia è una vera e propria tragedia che ha purtroppo spezzato la vita a quattro persone, con una quinta che attualmente sta lottando fra la vita e la morte, ricoverata in condizioni gravissime in codice rosso. Tutta colpa di un cavo che si è letteralmente spezzato e che ha comportato il crollo vertiginoso della cabina, schiantatasi poi contro il primo pilone. Ma chi sono le vittime, le persone che ieri hanno trovato la morte in maniera tremenda? Il portale online di Vanity Fair traccia una identikit, a cominciare dal dire che delle cinque persone a bordo, quattro erano turisti, mentre una quinta era il macchinista della stessa cabina.
Quest’ultimo era l‘unico italiano a bordo, leggasi il 59enne Carmine Parlato, originario della provincia di Napoli, precisamente della cittadina di Vico Equense. Era sposato e con un figlio di 22 anni, e lavorava presso l’azienda regionale dei trasporti assieme al fratello, che faceva l’autista. Carmine Parlato era anche sindacalista, iscritto alla Filt Cgil, che ha espresso cordoglio per i famigliari della vittima in queste ultime ore, chiedendo prima di tutto silenzio e poi di accertare cosa sia accaduto nella giornata di ieri.
VITTIME MONTE FAITO, DUE BRITANNICI E UNA GIOVANE ISRAELIANA
Oltre a Carmine Parlato vi era anche Suliman Jana, giovane israeliana classe 1999, quindi di anni 26 (israeliano anche la quinta persona a bordo della funivia, il ferito), ed Elaine Margaret Winn, che invece veniva dalla Gran Bretagna e che era nata nel 1967. Assieme a lei vi era un uomo, probabilmente della stessa nazionalità, che però non è stato ancora identificato. Grande tristezza e dolore per un evento che ovviamente non doveva accadere, alla luce del fatto che la funivia era stata da poco revisionata: possibile che nessuno si sia accorto che il cavo stava per spezzarsi?
Nelle ultime ore sono stati moltissimi i messaggi in favore di Carmine, che si era trasferito a Castellammare di Stabia assieme alla moglie, e che ieri non è riuscita a staccarsi dalla zona dove è avvenuta la tragedia, restando a piangere per ben tre ore, scrive il Corriere della Sera, sperando che qualcuno arrivasse a dirle che suo marito alla fine era vivo. Fra coloro che si sono espressi il sindaco di Vico Equense, Giuseppe Aiello, che non ha trovato le parole per descrivere la morte delle 4 persone, a cominciare dal dipendente dell’EAV, mandando un messaggio di affetto: “l’intera città si stringe” attorno alla famiglia del defunto, mandando poi il conforto della comunità locale.
VITTIME MONTE FAITO, IL CORDOGLIO DELLE ULTIME ORE
Anche Gaetano Manfredi, sindaco di Napoli, si è espresso pubblicamente dopo la tragedia, precisando di aver seguito con aggiornamenti costanti le notizie, purtroppo drammatiche, in arrivo dal monte Faito. Sulla vicenda anche le parole di Alessandro Giuli, il ministro della Cultura, che ha voluto mandare la vicinanza del proprio dicastero alle famiglie coinvolte, ricordando come il luogo della tragedia sia “custode di bellezze naturali”, ma in queste ore sia divenuto il teatro di una immane tragedia che “addolora profondamente”.
Purtroppo, va ricordato, non è la prima volta che muoiono delle persone su quella funivia, divenuta infatti tristemente nota già nel 1960, quando era già caduta, causando anche in quel caso la morte di 4 persone. Era ovviamente un’epoca differente, ma quell’evento, che causò anche la morte di un bimbo di 9 anni, gettò un alone di terrore nei confronti della stessa cabinovia, soprattutto in un territorio dove la cabala, la fortuna e la sfortuna sono sentite e temute come non mai. Con il passare degli anni, e con i ricordi svaniti, la paura di prendere la funivia è ovviamente svanita, fino al nuovo incidente di queste ore.