Fuochi d’artificio, la fiction in onda su Raiuno da alcune settimane, è tratta dalla storia vera della liberazione dell’Italia. Benché la trama della serie sia frutto della creatività dei suoi autori, gli accadimenti principali si ispirano alle testimonianze chiave, documenti d’epoca e ai racconti di chi con grande coraggio e generosità contribuì alla liberazione dell’Italia.
La serie prende ispirazione dal libro scritto da Andrea Bouchard, che fin da giovanissimo è entrato in contatto con i protagonisti di quel periodo, tra cui alcuni stretti famiglia come lo zio Willy Jervis che fu ucciso dalle SS nel 1944. Testimonianze crude e autentiche, che hanno ispirato e influenzato notevolmente la sua scrittura, trasformando Fuochi d’artificio in un vero e proprio omaggio alla resistenza. Oggi, venerdì 25 aprile, giornata della liberazione, la fiction ha un sapore ancora più particolare ed emozionante.
Fuochi d’artificio, la storia vera della serie tv: gli intrecci tra l’omonimo libro e le testimonianze raccolte da Bouchard
Nel libro e nella serie televisiva, la storia vera della resistenza viene ripercorsa dalla prospettiva dei più giovani, che contribuirono significativamente nella lotta contro gli invasori, passando anche loro alla storia. Una testimonianza commovente, da cui riparte appunto la serie diretta da Susanna Nicchiarelli e tratta dall’omonimo libro Fuochi d’artificio.
“Fino ad ora non esistevano prodotti televisivi che parlassero della Resistenza in termini semplici e al tempo stesso profondi”, ha sottolineato in una intervista la regista. Fuochi d’artificio ci fa dunque riflettere sulla vera storia della resistenza e sui protagonisti della serie – che traggono evidentemente spunto da personaggi realmente esistiti – Marta, Davide, Sara e Marco, giovani ragazzi che sognano la fine della guerra e il giorno in cui potranno finalmente rivedere i propri cari.