La fusione tra Lega e Forza Italia converrebbe sia a Salvini che a Berlusconi, non ha dubbi Giovanni Orsina. Il direttore della School of Government della Luiss, ai microfoni di Libero, ha fatto il punto sulla politica nazionale e, a proposito del Centrodestra, ha evidenziato che ci sarebbero le basi per una Federazione tra Carroccio e azzurri, «basti pensare alla tradizionale vocazione produttivista e nordista di entrambi i partiti».
La collocazione europea potrebbe rappresentare un problema, ha specificato Giovanni Orsina, ma la pandemia ha cambiato profondamente il quadro e oggi l’antieuropeismo non ha più senso. Non rappresenta dunque un ostacolo insormontabile e, come accennato in precedenza, per l’esperto la fusione porterebbe dei vantaggi ad entrambi i partiti: «Avrebbe vantaggi per Berlusconi, cui restituirebbe forza politica, e per Salvini, cui darebbe legittimazione. Ma potrebbe danneggiare entrambi alle urne, se la federazione dovesse raccogliere meno voti di quanti non ne raccolgano separatamente i due partiti. In questo caso è ben possibile che una parte dell’elettorato leghista, quella più arrabbiata, si sposti su Fratelli d’Italia».
ORSINA TRA DESTRA E SINISTRA
Giovanni Orsina quindi parla di vantaggi e possibili svantaggi in merito alla possibile federazione di Centrodestra. Ne potrebbe giovare Fratelli d’Italia, già in crescita esponenziale nei sondaggi. L’esperto ha poi parlato del Partito Democratico e della crisi della Sinistra in generale, a suo avviso legata a un problema politico-culturale: «Negli ultimi cinquant’anni siamo entrati in una fase storica nuova, ricchissima di opportunità, ma anche di pericoli. Nell’ultimo decennio i pericoli si sono fatti evidenti. Ma la cultura progressista, che a questa fase nuova si era adattata diventandone alla fine un’accesa sostenitrice, non è riuscita a correggere il tiro per rimettersi in armonia col clima spirituale del momento». Secondo Orsina, dunque, la Sinistra continua a proporre le stesse ricette che parte dell’opinione pubblica ha rifiutato: «E più quella le rifiuta, più la cultura progressista insiste, più l’opinione pubblica guarda altrove. Un circolo vizioso micidiale».