La Corte di Cassazione francese, nelle passate ore si è espressa sul caso di Vincenzo Vecchi, il no global italiano arrestato lo scorso 8 agosto dopo 8 anni di latitanza e che era ricercato per i fatti del G8 a Genova del 2001. Con la sua decisione, la Cassazione ha così annullato la sentenza d’Appello con la quale la Corte di Rennes lo scorso 15 novembre aveva deciso la scarcerazione di Vecchi. Ora però, come spiega Il Secolo XIX la vicenda torna nuovamente alla Corte d’Appello di Rennes per essere riesaminata. Poco più di un mese fa Vecchi era tornato in libertà su decisione della Corte d’Appello e la giustizia italiana si era già espressa due volte con altrettanti mandati di arresto europei affinché si potesse procedere con l’estradizione dell’uomo. Per l’Appello di Rennes, la procedura era da considerarsi nulla in quanto il Procuratore non aveva trasmesso alle autorità italiane il nome dell’avvocato italiano del no global, producendo così un pregiudizio ai diritti della difesa. Di fatto, dunque, la Corte in quell’occasione si era espressa solo su questo cavillo burocratico ma non nel merito della questione e dunque sulla regolarità o meno dei due mandati di arresto europei.
G8 GENOVA, CASO VINCENZO VECCHI: CASSAZIONE FRANCIA ANNULLA SCARCERAZIONE
Vincenzo Vecchi, condannato in via definitiva a 11 anni e 6 mesi di reclusione in Italia e ricercato dagli incidenti del G8 di Genova del 2001, era stato arrestato lo scorso agosto nella zona Ovest della Francia, nella regione di Morbihan. L’uomo, 46 anni, è considerato un esponente dell’area anarco-autonoma milanese, ed era latitante dal luglio del 2012. Tra i suoi precedenti anche una condanna a 4 anni di reclusione per alcuni scontro che ebbero luogo nel marzo 2006 durante una manifestazione antifascista a Milano. Dopo la decisione della Corte di Cassazione in Francia, all’Adnkronos è intervenuto Eric Vuillard, scrittore e cineasta francese, da sempre in prima linea in difesa di Vincenzo Vecchi: “Dopo questa decisione siamo inevitabilmente delusi”, ha commentato. “È un peccato che questa decisione della Corte di Cassazione di oggi non abbia tenuto conto dei diritti della difesa che invece erano stati riconosciuti dalla Corte di Appello di Rennes. Ora, tuttavia, non siamo rassegnati. Anzi restiamo mobilitati e fiduciosi”, ha aggiunto.