Gabriella Saia fin da piccola sapeva di avere un fratello, mai visto, lei lo ha sempre sognato e immaginato senza mai trovarlo, fino a che un giorno non ha squillato il telefono ed era proprio lui: “Avevo 12 anni quando mio padre disse che aveva avuto questo figlio in Inghilterra che gli era stato strappato per un’ingiustizia – racconta Gabriella a I Fatti Vostri – ebbi una reazione di grande tenerezza per mio padre, ci raccontò di essere stato espulso dall’Inghilterra. Mio padre, dopo essere tornato dalla guerra, decise di emigrare in Inghilterra per lavorare in miniera dove conobbe l’amore per una connazionale, un’infermiera della croce rossa che si era trasferita come papà in Inghilterra. Da questa relazione nacque questo bimbo che mio padre ha desiderato moltissimo, ma con la nascita ebbero inizio i problemi e si separano”.
Gabriella Saia ha proseguito: “Il bimbo era in un collegio in settimana visto che entrambi lavoravano, e poi il fine settimana veniva portato a casa. Mio padre chiese l’affidamento ma non lo ottenne”. Dopo un po’ di tempo il padre scoprì una cosa sconvolgente: “Che in quel collegio il bimbo sarebbe stato venduto al miglior acquirente. Scoprì che lo stato inglese era molto coinvolto in queste pratiche”.
GABRIELLA SAIA E IL FRATELLO LAWRENCE: “CI E’ ARRIVATA UNA CHIAMATA…”
In ogni caso, dopo anni, il fratello di Gabriella Saia riuscì anni dopo a rintracciare la sua famiglia: “Ha trovato il numero di papà, che era morto già da 7 anni, e gli abbiamo raccontato tutte le vicende che nostro padre aveva vissuto”. A questo punto in studio arriva proprio Lawrence il fratello di Gabriella Saia: “Mi ero arreso dopo tanti anni di ricerca senza insuccesso, ma grazie ad un’amica molto stretta ho avuto accesso all’elenco telefonico siciliano e mi sono messo a fare queste telefonate”.
Gabriella ha ripreso la parola: “Lawrence ha sempre fatto parte della nostra famiglia, mio figlio piccolo porta il suo nome, è sempre stato parte integrante”. Quindi di nuovo il fratello: “La prima volta che ci siamo visti è stato uno choc immenso, al di là delle emozioni, ma il legame famigliare l’ho provato immediatamente. Se avessi potuto abbracciare mio padre – conclude commosso – gli avrei detto che gli voglio bene. Da quando sono piccolo, tutti i giorni, penso a papà, e continuo a farlo adesso”.