La criminologa Roberta Bruzzone è intervenuta durante la diretta di Zona Bianca per commentare le ultimissime novità sul delitto di Garlasco che si è riaperto dopo 18 anni dalla morte della ragazza con un inatteso colpo di scena che ha spostato l’attenzione dal ‘biondino’ – come venne rinominato Alberto Stasi all’epoca dai giornali – alla figura di Andrea Sempio, il cui DNA venne trovato sotto alle unghie di Chiara Poggi: attualmente l’attenzione è concentrata sul capire se e come il dato del DNA potrebbe cambiare l’esito delle indagini sul delitto di Garlasco, con gli inquirenti che ipotizzano che Sempio potrebbe aver contribuito all’omicidio assieme a Stasi oppure anche con un soggetto terzo mai identificato.
Proprio su questi aspetti si è concentrata la dottoressa Bruzzone a Zona Bianca, mettendo subito in chiaro che a dispetto di quanto scritto sui giorni in questi giorni di riapertura sulle indagini su Garlasco “non ci sono nuove tecnologie” che hanno portato ai sospetti su Sempio: “La sequenza acquisita sotto alle unghie – spiega – è la stessa” che venne reperatata già all’epoca e che seppur fosse ritenuta “comparabile” al DNA di Sempio non finì al centro dell’inchiesta; mettendo in chiaro che ad oggi “non c’è più materiale” originale ma solamente la possibilità di confrontarlo una seconda volta con “una nuova campionatura ufficiale“.
Roberta Bruzzone: “Per indagare Sempio su Garlasco servono altre prove a suo carico, il DNA da solo non basta”
Entrando ancora più nel merito della questione Garlasco, la dottoressa Bruzzone chiarisce poi che “il DNA di Sempio poteva essere sotto le unghie di Chiara Poggi” anche nel caso in cui – come si disse all’epoca – lei e il nuovo indagato “avevano usato il pc qualche giorno prima“; fermo restando comunque che certamente la ragazza “non si è difesa dall’aggressione perché non ci sono prove di lesività” sul suo corpo, con pochi colpi inflitti con violenza dai quali “non ha avuto il tempo” di difendersi.
Dal conto suo Bruzzone ci tiene a precisare che ritiene quasi certo che “quella Y” al centro delle indagini sul DNA trovato sotto alle unghie di Chiara Poggi “è di Sempio”, ma resta altrettanto certa che “quel dato da solo sotto il profilo investigativo non cambierà un granché” dal punto di vista della condanna per il delitto di Garlasco “a meno che non sorgano altri elementi in grado di dare una lettura più robusta”: proprio per questa ragione “la procura sta riprendendo tutta una serie di elementi” per cercare di capire se sia veramente ipotizzabile un’indagine formale su Sempio ed è importante che per ora si evitino facili “suggestioni [che] non portano a nulla” sul piano indiziario.