Delitto Garlasco, Cataliotti (legale Sempio): "Non si farà interrogare a fine indagine e non chiederemo perizia impronta 33". Il giallo dell'unghia sparita
Andrea Sempio non si farà interrogare dalla Procura di Pavia al termine della nuova inchiesta sul delitto di Garlasco e la sua difesa non chiederà la perizia dell’impronta 33. A fare il punto della situazione sulla strategia difensiva è l’avvocato Liborio Cataliotti, che difende Sempio insieme ad Angela Taccia.
Ne ha parlato alla Provincia Pavese, spiegando che il suo cliente può non andare dai pm al termine dell’indagine, perché lo prevede il codice. E lo definisce “un vantaggio” che vogliono “custodire gelosamente”. Riguardo alle ragioni di questa linea, il legale ha spiegato che è legato al fatto che “non è ancora svelata la linea dell’accusa”, per cui preferiscono aspettare.

E si spiega così anche l’intenzione di non chiedere una perizia sull’impronta 33, attribuita dagli inquirenti a Sempio. Per Cataliotti non ha senso chiederla prima che vengano comunicati i risultati della nuova BPA, lo studio delle tracce di sangue individuate sulla scena del delitto di Garlasco. L’avvocata Taccia ha confermato che non hanno alcun interesse sull’impronta 33.
GARLASCO, IL GIALLO DELL’UNGHIA SPARITA NEL NULLA
Nel frattempo aumentano gli aspetti da chiarire, perché recentemente si è aggiunto anche il giallo della decima unghia di Chiara Poggi, tagliata come le altre durante l’autopsia, analizzata dal Ris, ma poi sparita nel nulla.
La genetista Denise Albani, infatti, nella sua relazione si interroga sul destino di questa unghia, che mancava all’appello già nel 2014, quando venne dato incarico al professor Francesco De Stefano di realizzare una perizia su un capello trovato nella mano sinistra della vittima e sui suoi margini ungueali.
Albani, nella sua perizia, fa notare l’assenza della provetta già in quella circostanza. La perita ha annotato che dalla lettura degli atti e dall’analisi dei documenti fotografici ricevuti da De Stefano “emerge un fatto rilevante” in merito al numero di provette con i margini ungueali di Chiara Poggi prese in consegna 11 anni fa.
“Già in quella sede veniva rilevata infatti l’assenza della provetta contenente i frammenti ungueali Msx5”, scrive Albani, che poi precisa di non avere alcuna informazione riguardo “il destino della provetta”.
