La trasmissione È sempre Cartabianca ieri sera è tornata a parlare dell’ormai eterna questione del delitto di Garlasco, che da settimane occupa stabilmente le pagine di cronaca e le discussioni nei salotti televisivi, tra mezze novità e voci riguardo alla nuova indagine mossa dalla procura di Pavia e che sta puntando i riflettori sulla figura di Andrea Sempio come possibile colpevole alternativo all’omicidio di Chiara Poggi, che potrebbe invertire le responsabilità attualmente riconosciute a carico di Alberto Stasi: per ora, sull’inchiesta ci sono pochissime certezze; mentre si affollano le indiscrezioni su quanto accaduto a Garlasco che puntano ora al santuario della Bozzola ed ora alle gemelle Cappa, ma senza che l’attenzione degli inquirenti si sia mai spostata da Sempio.
Presente nello studio di È sempre Cartabianca, l’avvocato Antonio De Rensis, che assiste proprio il condannato di Garlasco e che è sempre stato (ovviamente) tra i più fermi sostenitori della sua innocenza e del valore delle nuove indagini; ma prima di arrivarci, è bene precisare che, per quello che ci è dato sapere, gli unici veri elementi a carico di Sempio sono una sua presunta traccia di DNA sotto alle unghie della vittima di Garlasco e quella famosa impronta 33 sul muro vicino al corpo di Chiara Poggi.
Garlasco, De Rensis: “La procura ha le idee chiarissime sull’impianto accusatorio per il delitto di Garlasco”
Dal conto del legale del condannato per il delitto di Garlasco, l’attuale pista investigativa su Sempio “si sta rafforzando” sempre di più “e credo che potrebbero esserci nel prossimo futuro ulteriori sviluppi“, ripetendo ancora una volta che “chi sta svolgendo le nuove indagini, come l’accertamento nella casa dei signori Poggi”, sarebbero assoluti “esperti”: proprio la mappatura di un paio di giorni fa, secondo il dottor De Rensis, “potrebbe ridisegnare completamente l’aggressione in base a nuovi studi [sul] sangue all’interno della casa”.
La differenza sostanziale rispetto alla prima indagine su Garlasco, secondo il legale, è che all’epoca si arrivò a un “processo indiziario che non ha individuato molte cose, tra cui il movente (…), figlio di un’indagine fatta a Vigevano in maniera imperfetta con molte lacune, errori ed elementi trascurati o non evidenziati”: in tal senso, importante sarà l’incidente probatorio che “inizierà tra qualche giorno e finirà a fine ottobre”, mettendo sul tavolo tutti quegli elementi raccolti fino a questo momento e che dimostreranno – sempre a suo avviso – che “la procura ha le idee precise“.