Delitto di Garlasco, genetista Linarello su perizia Albani: "Dna Sempio? Rivincita. Si poteva escludere Stasi nel 2016". Cosa ha detto a Quarta Repubblica
Pasquale Linarello è il genetista che ha firmato la consulenza con cui la difesa di Alberto Stasi presentò l’esposto per richiedere la riapertura delle indagini sul delitto di Garlasco, che poi furono chiuse molto rapidamente con l’archiviazione di Andrea Sempio.
Fu lui a individuare il suo DNA sulle unghie di Chiara Poggi, per cui i risultati della perizia della collega Denise Albani nell’ambito della nuova inchiesta sono per lui una sorta di rivincita. Da un lato è amareggiato per le critiche che all’epoca gli arrivarono: «Le parole che furono usate nei miei confronti e delle mie valutazioni non furono sicuramente edificanti», ha dichiarato a Quarta Repubblica.

Il riferimento è al fatto che il suo elaborato peritale nella richiesta di archiviazione venne definito di parte e privo di fondamenta scientifiche, eppure le valutazioni scientifiche emerse ora sono quelle che fece lui nel 2016.
GARLASCO, PARLA IL GENETISTA LINARELLO
Secondo i consulenti, il profilo genetico in questione – pur presentando un livello di degrado e limiti tecnici significativi – risulta comunque idoneo alla comparazione. Il perito lo ha valutato, così come gli stessi consulenti della difesa, rilevando una corrispondenza in 12 delle 16 regioni analizzate con il DNA di Andrea Sempio o, più in generale, con quello della linea maschile paterna della famiglia Sempio.
Linarello ha inoltre chiarito che il confronto con il DNA di Alberto Stasi non ha evidenziato alcuna compatibilità. Nella propria relazione, la perita Denise Albani considera pertanto valutabile quello stesso reperto genetico che, nel 2014, il consulente Francesco De Stefano – chiamato nel processo d’appello che portò alla condanna di Stasi – aveva giudicato troppo compromesso per essere utilizzato, arrivando persino a sostenere che non fosse possibile escludere un’origine riconducibile a Stasi.
Secondo la nuova consulenza, invece, già allora il dato avrebbe potuto escludere tale ipotesi: le prove effettuate non avevano prodotto alcun riscontro scientificamente solido e, osserva Linarello, in queste condizioni sarebbe stato necessario interrompere l’analisi. L’affermazione secondo cui “non si può escludere che il DNA appartenga ad Alberto Stasi” risulta, a suo avviso, incongruente rispetto ai risultati disponibili.
LE IPOTESI SUL DNA DI SEMPIO
Quel che non si può dire è come sia finito quel DNA sulle unghie di Chiara Poggi, perché non c’è un metodo per datare il DNA, quindi non si può stabilire quando vi sia finito. Quanto alle modalità di deposito del materiale genetico, vengono prospettate molteplici possibilità: dal trasferimento tramite oggetti a un contatto diretto.
Tutte le ipotesi sono astrattamente ammissibili, ma – come sottolinea il consulente – la questione centrale è individuare quale scenario sia realmente plausibile, facendo notare che però Andrea Sempio, in teoria, non entrava nella casa del delitto di Garlasco dal 4 agosto, quindi da oltre una settimana.
Eppure non è stata trovata traccia di Alberto Stasi o di un parente della vittima sulle unghie, nonostante frequentassero di più l’abitazione, in particolare il fidanzato, che era stato con Chiara Poggi fino alla sera prima. «Non solo, lei ha anche usato il pc di Alberto Stasi la sera prima, però non c’è il DNA di Alberto Stasi».
