Nelle nuove indagini sul delitto di Garlasco si torna a parlare delle cugine di Chiara Poggi: il messaggio choc di Paola Cappa e il martello nel torrente
Un gruppo di 280 messaggi potrebbe (con un condizionale a dir poco d’obbligo) riscrivere completamente, per l’ennesima volta, l’andamento delle indagini sul delitto di Garlasco, costato la vita alla 26enne Chiara Poggi per mano – questa la teoria formulata dall’inchiesta originale e confermata in tutti e tre i gradi di giudizio – dell’ex fidanzato Alberto Stasi: il fascicolo per lunghi anni è rimasto chiuso nel cassetto di quelli considerati risolti e, mentre le voci innocentiste per l’ex della vittima di Garlasco non si sono mai veramente chetate, a dar loro nuovo vigore ci ha pensato la procura, che ha deciso di rianalizzare tutto quello che sappiamo sul delitto per arrivare a quelle cose che non sono mai state scoperte.
Come sarà ormai ben noto, attualmente le indagini per l’omicidio di Garlasco si stanno incentrando largamente sulla figura di Andrea Sempio, che venne già indagato – ed archiviato – per due volte all’epoca dei fatti, collocato (collateralmente) sulla scena del delitto dal suo DNA sotto alle unghie di Chiara Poggi; mentre le ultimissime novità ci parlano di perquisizioni anche a casa di Roberto Freddi e Mattia Capra – amici di Sempio e del fratello di Chiara Poggi – e nei pressi dell’ex abitazione della nonna di Stefania e Paola Cappa, citate dai media nel 2007 per la loro vicinanza e parentela con la famiglia della vittima.
Delitto di Garlasco, si torna a parlare delle cugine di Chiara Poggi: il messaggio choc, il martello e gli alibi
Proprio attorno a queste ultime sembra muovere una sorta di (non ancora ufficiale) filone secondario d’indagine su Garlasco: non a caso, nei giorni scorsi, gli inquirenti hanno dragato il canale vicino all’ex abitazione della nonna e hanno rinvenuto sul fondo un martello che ora si ipotizza potrebbe essere l’arma mai trovata del delitto; mentre a riportare all’attenzione queste figure sarebbe stato un supertestimone intervistato dal programma Le Iene, che ha raccontato che nei giorni seguenti al delitto di Garlasco vide una delle due – forse Stefania – gettare un pesante oggetto nel canale che fece un “grande tonfo”.
Sia il martello che il supertestimone non sono affatto indicativi di nulla (esattamente come il DNA di Sempio sotto alle unghie di Chiara Poggi), ma a suscitare attenzione mediatica su di loro ci ha pensato il settimanale Giallo: gli inquirenti – infatti – starebbero analizzando circa 280 messaggi inviati dalle cugine della vittima nei giorni seguenti all’omicidio di Garlasco, e tra questi ce ne sarebbe in particolare uno attribuito a Paola ed inviato a un non meglio precisato amico, nel quale scrive – e non sappiamo il contesto – che “mi sa che abbiamo incastrato Stasi”.
Secondo le fonti giornalistiche, sappiamo che già all’epoca le due donne furono sentite dagli inquirenti in qualità di persone informate sui fatti, senza mai essere iscritte nel registro degli indagati, che non risulta tra loro e Sempio alcuna conoscenza e che sembra fossero amiche di Stasi: il loro alibi per il giorno dell’omicidio le colloca nella loro abitazione; mentre l’esclusione dalle indagini è legata al fatto che nessuna delle due ha un numero di piede compatibile con quell’impronta trovata a casa Poggi.