Il giallo di Garlasco a Storie Italiane con il focus sui 10 suicidi avvenuti dopo la morte di Chiara Poggi: sono in qualche modo collegati?
Storie Italiane discute stamane del giallo di Garlasco e dei misteriosi suicidi che si sono verificati dopo il 2007, dopo l’omicidio della povera Chiara Poggi. In totale furono dieci le persone che si tolsero la vita in una comunità, ricordiamo, molto piccola, di sole 8.000 anime. A riguardo l’avvocato Antonio De Rensis, legale di Alberto Stasi, ha commentato in maniera stupita come del resto lo siamo tutti noi: “Io voglio ricordare che in questa indagine sono subentrato 3 anni e mezzo fa e la mia collega (riferendosi a Giada Bocellari, storica legale di Stasi ndr) ha lottato come un leone sempre, iniziando ad occuparsi del caso giovanissima. Premesso che la procura di adesso ha la facoltà di andare a rivedere tutto ciò che è successo e credo che faranno delle cose. Quanti suicidi si sono succeduti in una comunità di 8mila abitanti, 10 suicidi con tra l’altro un santuario dove si è accertato accadesse li dentro”.
Quindi prosegue: “Ci riconduce per forza in via Pascoli? Certo che no, dico però che omologare la morte di quel povero pensionato come un suicidio è l’antitesi della medicina legale, perchè se tu ti sgozzi non hai più la forza di muoverti e nascondere l’arma, l’arma è caduta lì, quindi o non si è suicidato oppure è accaduto qualcosa di extra umano, è impossibile che qualcuno si sgozzi e poi riesca ad accoltura una lama di questo tipo”.
DELITTO DI GARLASCO, IL MISTERO DEI SUICIDI E IL GIALLO DI GIOVANNI FERRI
Il riferimento è alla morte del povero meccanico 88enne Giovanni Ferri, che era in pensione il 23 novembre del 2010 quando fu trovato appunto senza vita. Il suo cadavere venne rinvenuto con la gola sgozzata, come anticipato da De Rensis, ma anche con i polsi tagliati, ma la lama non fu mai rinvenuta, nonostante il suicidio sia avvenuto in uno spazio ridotto di 50 centimetri.
Quell’episodio venne catalogato come suicidio ma non ha mai convinto i più: che quella morte sia stata sottovalutata e soprattutto mal giudicata? Per la dottoressa Maria Rita Parsi, in studio a Storie Italiane: “Se ci sono questi suicidi in un ambiente specifico, perchè non indagare questa scia? Anche se son avvenuti anni dopo il delitto non vuol dire nulla, una persona che ha un malore può tirarlo fuori dopo 5 o 10 anni”. De Rensis aggiunge e conclude: “Io credo che la pista dei suicidi o presunti tali andrà rivisitata e valutata, così come detto dalla dottoressa, non si può dare un timer ad un turbamento. Gli inquirenti non tralasceranno nessuno dei presenti a Garlasco quella mattina, non avranno protagonisti di Serie A e Serie B, andranno a rivedere tutto ciò che è stato fatto”.