Proseguono le indagini sul delitto di Garlasco che in questo momento si stanno concentrando sulla figura di Andrea Sempio finito al centro – oltre che del nuovo fascicolo aperto dalla procura di Pavia – di un incidente probatorio nel quale si stanno progressivamente rianalizzando tutte le varie prove raccolte nel 2007 sulla scena del delitto: per ora le indiscrezioni sembrano star facendo via via cadere tutte le tante (troppe) ipotesi fatte in queste ultime settimane, ma la partita resta ancora del tutto aperta.
L’attenzione ora sembra incentrarsi attorno all’impronta 33 – trovata sulle scale di casa Poggi – che secondo la difesa di Stasi e la Procura si tratta senza ombra di dubbio del palmo della mano di Andrea Sempio, ma in una direzione diversa sono andati – da un lato – i legali del nuovo indagato che hanno evidenziato solo 5 minuzie (rispetto alle 15 che sostiene la procura) come identificative del loro assistito e – dall’altro lato – anche i consulenti della famiglia Poggi che ne hanno individuate sette di minuzie utili.
Impronta 33 che su richiesta degli stessi consulenti della famiglia della vittima del delitto di Garlasco sarebbe dovuta finire protagonista dell’incidente probatorio ma che il GIP non ha ritenuto necessario approfondire in questo momento: l’impronta, infatti, si potrà analizzare anche in futuro con una serie di analisi ripetibili; mentre ora l’attenzione di periti e consulenti è posta sugli elementi oggetto di analisi irripetibili, così come resta fermo che l’impronta originale non è più disponibile.
I legali di Sempio: “La nuova indagine sul delitto di Garlasco è un atto di terrorismo”
Dal conto suo, l’avvocato Massimo Lovati – che assiste il nuovo indagato per il delitto di Garlasco -, sentito dalla trasmissione Estate in Diretta, ha spiegato che “questa è l’indagine del diavolo” e un vero e proprio “atto di terrorismo”: quando uscì la notizia “dell’impronta di Sempio insanguinata accanto al cadavere” si sentì “perso, scioccato”, salvo poi scoprire dopo che “non c’era sangue e che non è di Sempio, come abbiamo dimostrato”, definendo il tutto solo “carta straccia”.
A oggi Lovati confessa di avere “paura che siccome non c’è niente venga fuori un coniglio da un cilindro che possa cantare“, lasciando intendere che con la sua affermazione vuole solo “prevenire” il fatto che la procura possa confezionare un testimone falso dato che “non mi fido e non mi sono mai fidato degli inquirenti, fin da quando mi hanno creato quel capo di imputazione che non mi permette alcuna difesa, accusando Sempio di omicidio in concorso”.

Intervistata sempre dalla trasmissione di Rai 1, la dottoressa Angela Taccia – seconda legale del nuovo indagato per il delitto di Garlasco – ha spiegato che rispetto a Lovati “resto più cauta e attendo i prossimi passi, ma resta che il capo di imputazione ci ha lasciato basiti perché si tratta di un’invenzione giuridica senza precedenti” che li costringe a “tenere alta l’attenzione su quello che succede e che le procedure vengano rispettate”.
D’altra parte, la dottoressa Taccia precisa anche che “non abbiamo paura dei testimoni, ma abbiamo paura delle persone che si improvvisano testimoni e rilasciano dichiarazioni che hanno un’attendibilità dubbia”; mentre per l’ennesima volta ripete anche che nella nuova indagine su Garlasco “fino a oggi non c’è niente contro Sempio” sostenendo che “se indagano in modo corretto non potranno che confermare che con questa storia non c’entra nulla”.