Gas, accordo Ue su riduzione consumi: taglio 7%/ Riferimento a “price cap”: le novità

- Niccolò Magnani

Approvato piano Ue su emergenza gas: riduzione consumi dal 15 al 7%. Tutte le novità del testo, riferimento anche al "price cap": scorte Italia sopra il 70%

gas, Von der Leyen Ursula von der Leyen (LaPresse)

ACCORDO UE SUL PIANO GAS: COSA PREVEDE

Il Consiglio Europeo per Affari Energia ha trovato la quadra sul piano di emergenza gas, in particolare sulla riduzione dei consumi “preventiva” in vista delle possibili interruzioni dei gasdotti dalla Russia: con la sola opposizione dell’Ungheria, i Ministri riuniti a Bruxelles hanno «raggiunto un accordo politico sulla riduzione della domanda di gas in vista del prossimo inverno», è l’annuncio su Twitter del commissario Ue all’Energia, Kadri Simson. Il recente annuncio di Gazprom del taglio sul 20% dell’afflusso di gas attraverso il gasdotto Nord Stream1, «sottolinea ancora una volta che dobbiamo essere pronti per un possibile taglio delle forniture da parte della Russia».

Anche in vista di questa emergenza, si è trovata la quadra approvando il testo del piano d’emergenza presentato dalla Commissione Ue ma con profonde modifiche rispetto al testo originario. «È un passo decisivo per affrontare la minaccia di un’interruzione totale del gas», dichiara soddisfatta la Presidente Ursula Von der Leyen, «grazie alla decisione odierna, l’Europa è ora pronta ad affrontare la sua sicurezza energetica, come Unione». Secondo quanto approvato dal Consiglio Ue sull’energia, in deroga il taglio ai consumi di gas può scendere dal -15% fino al -7%: questo “taglio” di 8 punti scatta però «a condizione che gli Stati dimostrino che la loro interconnessione con altri Stati membri in capacità tecnica di esportazione rispetto al loro consumo annuale di gas nel 2021 è inferiore al 50% e che la capacità sugli interconnettori verso altri Stati membri è stata effettivamente utilizzata per il trasporto di gas a un livello di almeno il 90% fino al mese prima».

EMERGENZA GAS, RIFERIMENTO AL “PRICE CAP”. CINGOLANI: “SCORTE ITALIA AL 70%”

Aprendo il Consiglio Europeo di questa mattina, il Ministro dell’Energia ceco – Josef Sikela -, il cui Paese è attuale presidenza di turno del Consiglio Ue, aveva spiegato come il nuovo drastico taglio annunciato da Gazprom è «un’ulteriore prova che l’Europa deve ridurre la sua dipendenza dalle forniture russe il prima possibile». Al netto dell’opposizione dell’Ungheria, che non avrà però ripercussioni sugli altri stati membri, riaccordo raggiunto sul fronte gas apre scenari importanti in vista dell’imminente difficile inverno energetico davanti a noi. Nel testo approvato si trova anche scritto che «gli Stati membri possono anche richiedere una deroga se hanno superato i loro obiettivi di riempimento dei depositi di gas, se sono fortemente dipendenti dal gas come materia prima per le industrie critiche o se il loro consumo di gas è aumentato di almeno l’8% nell’ultimo anno rispetto alla media degli ultimi cinque anni».

Non solo, nel piano approvato si trova anche un primo (timido) riferimento al “price cap” (tetto su prezzo) del gas, come richiesto dal Premier italiano Mario Draghi nei precedenti consessi europei: «In seguito alla richiesta del Consiglio europeo, la Commissione sta anche esplorando, insieme ai nostri partner internazionali, i modi per frenare l’aumento dei prezzi dell’energia, compresa la possibilità di introdurre dei tetti temporanei ai prezzi delle importazioni e di proseguire i lavori sull’ottimizzazione del funzionamento del mercato europeo dell’elettricità». Ancora la commissaria Simson, parlando ai giornalisti prima della riunione a Bruxelles, ha ribadito come occorre agire ora contro la crisi del gas: «dobbiamo affrontare questa crisi ora, insieme, e per fare questo dovremmo ridurre la nostra domanda preventivamente; questo ci permetterà di continuare a riempire i nostri depositi di stoccaggio sotterranei che oggi sono al 66%». Uscendo dal Consiglio Ue, il Ministro della Transizione Ecologica Roberto Cingolani ha sottolineato come attualmente «le scorte dell’Italia sono piene sopra il 70%: entro l’inverno saremo quasi del tutto indipendenti dalla Russia. Nuove centrali a carbone? Usiamo quelle esistenti un po’ più di prima».







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