Bozza Usa del piano di sicurezza per Gaza presentato all'Onu, 2 anni di truppe internazionali per la stabilizzazione e smilitarizzazione dell'area

Gli Stati Uniti hanno presentato all’Onu la bozza di risoluzione per il piano di sicurezza a Gaza, un progetto che ora è in attesa di approvazione tramite votazione da parte del consiglio delle Nazioni Unite e che prevede, per la stabilizzazione e la smilitarizzazione dell’area, l’invio di truppe che sotto una autorità internazionale, in qualità di amministratore temporaneo, avranno fino al 2027 il compito di proteggere i confini e la popolazione civile, facilitando i corridoi umanitari.



Tra gli obiettivi, da attuare nel frattempo che l’ANP avrà completato il processo di riforma e sarà pronta per governare, anche quello di addestrare le forze di polizia palestinesi, che saranno istituite per collaborare con Israele ed Egitto nelle operazioni di disarmo di Hamas e la prevenzione della ricostituzione di organizzazioni terroristiche e di gruppi armati, compresa l’eventuale costruzione di strutture che potrebbero essere utilizzate a fini offensivi. La copia del documento denominata “Board of Peace” è stata visionata dall’agenzia Axios, che ha pubblicato i dettagli specificando che pur essendo un contenuto considerato sensibile, non è stato protetto da segreto.



Donald Trump all’Assemblea Onu (Foto Ansa 2025 EPA/LESZEK SZYMANSKI POLAND OUT)

Piano Usa di sicurezza per Gaza: “Invio truppe internazionali e autorità transitoria fino a completamento riforme dell’ANP”

Il piano di sicurezza per Gaza, che gli Usa hanno presentato al Consiglio delle Nazioni Unite in attesa della votazione, potrebbe essere approvato nelle prossime settimane e partire già a gennaio. Nel documento, valido fino al 2027 ma prorogabile, vengono stabiliti i compiti delle forze internazionali inviate nella Striscia per mantenere la pace e smilitarizzare la zona, in collaborazione con Israele ed Egitto, per garantire il tempo utile all’Autorità Nazionale Palestinese di approvare le riforme necessarie. Durante questo periodo, durante il quale un coordinamento internazionale formerà una autorità di governo transitoria, le truppe, che come stabilisce il progetto non saranno di “peacekeeping” ma di rafforzamento, lavoreranno non solo per aiutare la popolazione civile sulla base dei principi del diritto umanitario, ma anche per velocizzare le operazioni di ritiro dell’esercito israeliano e quelle di disarmo di Hamas.



Successivamente, al completamento di queste operazioni, potrebbe entrare in campo il piano successivo, quello della riqualificazione e ricostruzione vera e propria, che prevede il sostegno ad una formazione tecnocratica composta da personalità locali, che poi diventeranno responsabili di tutte le altre operazioni, comprese quelle della prevenzione del terrorismo e dell’abuso di aiuti, che potranno essere consegnati solamente alle Ong autorizzate come la Croce Rossa, la Mezzaluna Rossa e l’Onu.