Nella giornata di ieri, martedì 25 marzo 2025, è andata in scena la più grande protesta anti Hamas in quel di Gaza dei palestinesi da quando è scoppiata la guerra contro Israele, il 3 ottobre del 2023. Si tratta di un evento storico, segnalato fra gli altri anche dalla CNN e della BBC, in quanto a protestare sono stati centinaia (se non migliaia) di palestinesi, scesi in piazza per esprimere la propria opposizione contro i ribelli. Il network americano mostra un video in cui si vede un migliaio di persone sulle strade di Beit Lahia, a nord di Gaza, mentre urlano slogano come “Per l’amor di Dio, Hamas fuori”, “Terroristi di Hamas” e “Vogliamo la fine della guerra”.
Chiaro quindi il messaggio della popolazione palestinese, che è stanca di continuare a vivere in condizioni indecent dopo un anno e mezzo di guerra. E’ stato inoltre scoperto un post pubblicato sui social in cui si chiedeva di scendere in piazza per manifestare contro Hamas anche nella giornata di oggi, mercoledì 26 marzo 2025, nove diverse manifestazioni attraverso cui gli organizzatori delle stesse chiedono che “le nostre voci raggiungano tutte le spie che hanno venduto il nostro sangue”.
E ancora: “Fategli sentire la vostra voce, fategli sapere che Gaza non è silenziosa e che c’è un popolo che non accetterà di essere sradicato”, ma anche “Abbasso il governo di Hamas, abbasso il governo dei Fratelli Musulmani”..
GAZA, PALESTINESI VS HAMAS: “CI RIFIUTIAMO DI MORIRE PER CHIUNQUE”
Per disperdere la folla sono scesi in piazza gli stessi militanti di Hamas, alcuni persino armati con pistole e managnelli, disperdendo la folla con la forza, aggredendo anche alcuni manifestanti. Una presa di sposizione molto forte quella dei cittadini palestinesi, con gli stessi che intendono decidere di per se il loro destino, indipendentemente da Hamas, Israele e gli Stati Uniti e che sono uniti nel chiedere a gran voce la fine della guerra.
Mohammed Diab, uno dei manifestanti residente a Beit Lahia, ha perso un fratello durante un attacco aereo e la sua casa è stata distrutta: “Ci rifiutiamo di morire per chiunque – ha detto – per i programmi di qualsiasi partito o per gli interessi di stati stranieri. Hamas deve farsi da parte e ascoltare la voce di chi soffre – aggiunge – la voce che si leva da sotto le macerie: è la voce più sincera”.
Le proteste sono scoppiate dopo che nella giornata di domenica scorsa si sono verificate le ennesime vittime del conflitto a Gaza, con un bilancio da inizio guerra drammatico, ben 50.000 morti secondo i dati del ministero della Salute dell’enclave, e cifra purtroppo destinata a salire fino a che non si sarà raggiunta una vera pace.
GAZA, PALESTINESI VS HAMAS: IL BLOCCO DEGLI AIUTI E LE PROTESTE
Hamas controlla Gaza dal 2007, dopo che si sono tenute le elezioni l’anno precedente e una guerra civile con Fatah, una fazione palestinese rivale considerata la spina dorsale dell’Autorità Nazionale Palestinese. Ospita 2,1 milioni di persone e nella zona a nord è stata completamente devastata dopo gli attacchi continui di Israele: di fatto è un cumulo di macerie e anche gli aiuti umanitari fanno fatica a raggiungerla.
A complicare la situazione il blocco degli stessi aiuti da parte di Israele, dopo che si è rotta la tregua con Hamas, per una circolo vizioso che non sembra trovare la parola fine.
Stando a quanto spiegato dall’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi (UNRWA) sono tre settimane con non arrivano acqua, medicine, cibo e carburante, con tutto ciò che ne consegue. Da quando è scoppiata la guerra le critiche nei confronti di Hamas si sono moltiplicate a Gaza, ma la protesta di martedì è stata la più grande manifestazione da un anno e mezzo a questa parte.