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Home » Esteri » Medio Oriente » Genocidio armeni, 110 anni dallo sterminio voluto dalla Turchia/ 3 milioni di morti nel silenzio dell’Europa

  • Medio Oriente
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Genocidio armeni, 110 anni dallo sterminio voluto dalla Turchia/ 3 milioni di morti nel silenzio dell’Europa

Sono passati 110 anni dal genocidio degli armeni ma la verità sugli orrori della Turchia ancora viene (in parte) nascosto: cosa avvenne e perché

Niccolò Magnani
Pubblicato 24 Aprile 2025
Genocidio armeni

Genocidio degli Armeni: il massacro della Turchia nel 1915

110 ANNI DAL INDEGNO GENOCIDIO DEGLI ARMENI E ANCORA IN TURCHIA SI “NASCONDE” LA VERITÀ

Ufficialmente furono un milione e mezzo le persone che persero la vita nel genocidio degli armeni perpetrato dalla Turchia ottomana tra il 1915 e il 1916: eppure i numeri per gli storici dovrebbero essere più ampli, addirittura fino a 3 milioni di vite spezzate dalla furia dei “Giovani Turchi” che qualche anno più tardi contribuirono a creare la nuova patria turca di Kemal Ataturk dopo il crollo dell’Impero Ottomano.


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Era il 24 aprile 1915, esattamente 110 anni fa, quando il popolo cristiano degli armeni – per secoli vissuti a fianco dei fratelli ottomani – divenne vittima di un genocidio pensato, programmato e messo in atto dopo anni di “studio”: quello che viene definito ancora oggi dall’Armenia come il “Grande Male” o il “Grande Crimine” prende origine proprio nella notte del 24 aprile quando le truppe dei Giovani Turchi attaccarono, nel pieno della Prima Guerra Mondiale, la popolazione civile e culturale armena.


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Non a caso il programma genocidiario messo in atto dalla Turchia venne poi preso a “ispirazione” ed esempio per la Shoah ebraica del Terzo Reich nazista di Adolf Hitler, così come più tardi anche dalle politiche genocidiarie della Russia comunista sovietica.

Il “Medz Yeghem” che oggi gli armeni commemorano anticipava la missione omicida voluta dal Governo dei “Giovani Turchi”: al riparo dalle attenzioni internazionali, volte tutte alla Guerra tra Francia-Inghilterra-Italia e l’ex Impero Austro-Ungarico con la Germania, la minoranza armena venne deportata di notte, fintamente esiliata e la maggior parte uccisa nel “viaggio” verso est. Espropriati delle proprie terre, dei propri costumi e delle proprie abitazioni, gli armeni vennero “spostati” fuori dalla Turchia in quanto accusati di rappresentare ostacolo al rinnovamento dell’Impero ottomano. Una “comoda” scusa che portò l’intera classe media del popolo armeno messa in croce con arresti, esili o esecuzioni di massa (e corpi interrati per nascondere le prove).


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IL “GRANDE MALE” E LA GRANDE IDEOLOGIA: DOVE SI È ORIGINATO IL “SILENZIO” SUL GENOCIDIO DEL POPOLO ARMENO

Il genocidio degli armeni è stata uno dei massacri più gravi e ignobili del Novecento, anche perché meno “chiacchierato” rispetto alla Shoah ed altre violenze immani compiute contro popolazioni innocenti: nei 2 anni di deportazioni di massa non si contano le esecuzioni volte contro la classe media (politici, letterati, insegnanti, giornalisti, scrittori) e anche contro i civili inermi, dagli anziani ai bambini. Un popolo distrutto e menomato che però non dimentica, neanche oggi 110 anni dopo i fatti emersi purtroppo tardi dalla storiografia del Novecento.

La memoria di quei quasi 3 milioni di morti non si esaurisce, nonostante i numerosi tentativi della Turchia – da Ataturk a Erdogan la triste “sinfonia” non sembra affatto cambiata – di nascondere e non ammettere tale atrocità contro il popolo armeno: Il “grande padre” della Turchia moderna per decenni venne esaltato senza sapere che invece avallò del tutto l’operato ignobile dei Giovani Turchi che fecero piazza pulita di tutte le minoranze cristiane presenti nel territorio ex ottomano e ora turco.

Con l’aiuto della Germania, all’epoca alleata della Turchia, il genocidio degli armeni riuscì a sradicare un popolo dalle proprie usanze, dalle vite di famiglie presenti in quei territori da generazioni: la deportazione verso il deserto di Deir el-Zor non fu altro che la messa in pratica della volontà genocidiaria di porre fine all’esistenza stessa del popolo armeno, proprio come 20 anni più tardi Hitler cercò di fare con la razza ebraica di mezza Europa. I triumviri responsabili di quelle atrocità contro gli armeni – Talaat, Enver, Djemal – rimasero per anni impuniti per il genocidio invece studiato nei minimi dettagli con vere “marce della morte” di intere famiglie morte per fame o per le esecuzioni.

Il Governo dei Giovani Turchi puntavano ad un nuovo Paese “monolitico” nella razza, nella religione musulmana, con ogni tipo di minoranza schiacciata o obbligata ad adeguarsi alle nuove tendenze “panturchiste” dei primi decenni del Novecento. La resistenza del popolo cristiano, sebben massacrato e decimato, ha trascinato per anni il grido di chi voleva far conoscere all’Europa e al mondo quanto avvenuto in soli due anni di massacri: il silenzio colpevole di gran parte del Vecchio Continente si spezzò solo dopo la fine delle due Guerre Mondiali, grazie all’opera della Chiesa Cattolica che fin dall’inizio – anche con Papa Benedetto XV – denunciava gli orrori compiuti contro il popolo armeno.

Un silenzio generale volto a coprire le responsabilità (la Turchia) o semplicemente a non intervenire in vicende che potevano turbare i delicatissimi equilibri internazionali del Novecento: 3 milioni di morti reclamano invece memoria e giustizia per poter consegnare alle nuove generazioni la speranza di poter vivere e resistere per la propria libertà.

Tags: Erdogan

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