Daniel Taub, ex ambasciatore israeliano nel Regno Unito, ha parlato sulle pagine della Stampa dell’accusa di genocidio a Gaza mossa contro Israele dal Sudafrica alla corte dell’Aia, ribadendo da subito che la ritiene insensata. Ritiene, tuttavia, improbabile che l’accusa verrà formalizzata, fatto che “riterrei ripugnante” perché “sarebbe una riscrittura del concetto per utilizzarlo come arma contro lo Stato ebraico”.
L’accusa di genocidio contro Israele, secondo Taub, d’altronde altro non è che “una mossa politica“, ma che rischia anche di “portare all’indebolimento del diritto internazionale e della capacità degli Stati di difendersi dal terrorismo”. Prosecuzione, questa mossa, di “una manovra a tenaglia per cui i gruppi terroristici palestinesi e i loro sostenitori, da un lato, operano esclusivamente all’interno di aree civili”, mentre dall’altro “cercano di sfruttare le organizzazioni internazionali come parte di una campagna contro Israele“. Fenomeno che si ripete, spiega Taub, da “due decenni” e che è figlio di uno sforzo “concertato per riscrivere i principi fondamentali del diritto internazionale”.
Taub: “Accusare Israele di genocidio permetterebbe ad Hamas di farla franca”
Le conclusioni del tribunale dell’Aia sull’accusa di genocidio contro Israele, sottolinea ancora Taub, non verranno emesse prima di qualche mese, ma nel frattempo “il tribunale può emettere ordini a compiere o limitare determinate azioni, se è convinto che” l’accusa del Sudafrica sia plausibile. Paese quest’ultimo, ricorda il diplomatico, che “ha una lunga storia di amicizia con Hamas e i palestinesi” che è arrivato anche al punto di congratularsi “per i fatti del 7 ottobre”.
Israele, per difendersi dall’accusa di genocidio, ritiene Taub, “porrà l’accento sull’incapacità della richiesta sudafricana di dimostrare questo intento e anzi farà notare che da quando, nel 1967, Tel Aviv prese il controllo di questi territori, la qualità della vita per la popolazione palestinese è migliorata“. Complessivamente, il diplomatico crede che lo scopo di questa accusa sia quello di “legare la mano a Israele” accusandolo di genocidio, finendo per permettere “ad Hamas di farla franca. Qui”, conclude Taub, “si sta letteralmente trasformando il diritto internazionale in una sorta di patto suicida secondo il quale Israele non avrà l’opportunità di difendersi”.