GEO-FINANZA/ La mossa salva-Ue necessaria dopo la vittoria di Macron
La vittoria di Emmanuel Macron evita un ulteriore shock all’Ue, ma ora occorre cercare di ricompattare l’Unione vista la situazione che attraversa

La vittoria di Emmanuel Macron evita un ulteriore shock all’Ue in un momento in cui ne sta subendo molteplici: crisi ucraina, guerra economica alla Russia con contraccolpi recessivi e inflazionistici, pesantissimi in Germania e Italia, ma pesanti anche in Francia e nel resto della regione. In sintesi, la situazione eccede le capacità economiche compensative dei singoli Stati e richiede una convergenza europea forte dove la concentrazione delle risorse stabilizzatrici sarebbe maggiore della somma delle parti.
L’Ue, particolarmente in tempi di crisi, è un moltiplicatore di forza per tutte le nazioni partecipanti. La vittoria di Marine Le Pen, pur questa avendo abbandonato l’idea di Frexit e avendo preso una postura da governante più che da ribellista, avrebbe creato incertezze sulla compattezza dell’Ue e sulla sua convergenza atlantica. Forse non tali da destabilizzare il sistema delle democrazie impegnato in un confronto crescente e globale con i regimi autoritari perché l’effetto sarebbe contrario all’interesse nazionale francese oggettivo. Ma sufficienti per creare una frattura o fatica negoziale intraeuropea con aumento della frammentazione, peraltro speranza strategica sia di Mosca, sia di Pechino.
Per inciso, va considerato che gli europei orientali e baltici si metterebbero sotto ombrello statunitense, militare, economico e geopolitico, se l’Ue perdesse coesione. Per l’Italia sarebbe più difficile attuare una strategia di doppia lealtà sia all’Ue, sia all’America che è il suo modello attuale di moltiplicazione della forza nazionale, con proiezione globale, attraverso alleanze. Questo pericolo sembra evitato. Ma ciò non implica un’azione di governo facile per Macron.
Sul piano interno deve affrontare un impoverimento di massa, peggiore di quello in Italia, che ha provocato delusioni e dissensi talmente estesi da costringerlo a riconvertire i progetti di efficienza economica in azioni redistributive a debito crescente. Su quello esterno, l’idea di costruire una sovranità europea francocentrica post Nato, con vantaggio industriale per Parigi, è stata sepolta dalla formazione di un blocco sinorusso che spinge l’Ue verso la convergenza atlantica.
Roma ha siglato a fine 2021 il Trattato del Quirinale bilaterale con Parigi sia per contenerne l’azione di conquista economica dell’Italia, sia per compensare il rigorismo germanico nonché collaborare nel Mediterraneo, al momento con lo status di lettera di intenti. Chi scrive spera in un triangolo paritetico Berlino-Parigi-Roma di aiuto reciproco come nucleo di un’Ue compatta.
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