GERMANIA IN CRISI… CAMBIA LE REGOLE: IL BUNDESTAG APPROVA LA RIFORMA DI FRENO AL DEBITO, ABOLENDO L’AUSTERITÀ
Se ci fosse un Di Maio in Germania si potrebbe dire in queste ore un bel “abbiamo abolito l’austerità”: uscendo però dallo scherzo, il voto avvenuto oggi in un Bundestag “uscente” richiamato in fretta e furia per approvare la modifica costituzionale alla legge sul debito prima di convocare la nuova Assemblea eletta nelle ultime Presidenziali 2025. Da oggi infatti la Germania modifica la Carta Costituzionale in maniera storica, abdicando l’austerity tipicamente tedesca per rilanciare economia, difesa e infrastrutture con il “bazooka fiscale” da oltre mille miliardi di euro nei prossimi anni.
Neanche in carica, il prossimo Cancelliere Merz ottiene già una vittoria non da poco, convincendo i Verdi (oltre che CDU, CSU e SPD, ovvero i membri del prossimo Governo tedesco) a votare per la riforma che va a modificare la legge di “freno al debito” che fino ad oggi aveva mantenuto sotto controllo le spese in merito al deficit della Germania. Dopo il crollo dell’economia in Germania per le congiunture internazionali e le (folli) leggi europee del Green Deal – che hanno avuto l’effetto di abbattere la storicamente florida industria dell’automotive – Berlino svolta e punta su rilancio dell’economia, sugli investimenti per la difesa e sul programma a lungo termine di infrastrutture pubbliche.
Ricordiamo che l’irritualità di questa votazione, avvenuta a fine Legislatura dopo le Elezioni celebrate lo scorso 23 febbraio 2025, si è resa necessaria per l’impossibilità di trovare i due terzi del Bundestag favorevoli alla riforma proposta da Merz e Scholz: nel nuovo Parlamento tedesco, il Governo “rosso-nero” dovrebbe contare al massimo 328 seggi, bastevoli per la maggioranza assoluta ma non per votare leggi di modifica costituzionale. Da qui, con la spinta della crisi industriale ed economica – e in parallelo con la fretta della Commissione UE di Von der Leyen (tedesca, fronte CDU) di lanciare il piano di riarmo degli Stati nazionali – il Governo di Berlino ha puntato dritto all’obiettivo ottenendo oggi pomeriggio 513 Sì sui 489 voti richiesti.
ECCO TUTTI I VOTI: VERDI DECISIVI, MERZ OTTIENE IL SUO “BAZOOKA FISCALE”
La Germania modifica così la Costituzione, cambia la storica legge di freno al debito – di fatto allentandolo – e permette il piano del “bazooka” fiscale che dovrebbe rilanciare con soldi pubblici a deficit il piano di ricostruzione economica e industriale della ex locomotiva d’Europa. «Questo è il primo passo verso una comunità della difesa europea», ha detto al Bundestag il cancelliere in pectore Merz, leader CDU e fautore n.1 della riforma portata a termine.
Si chiama “Schuldenpaket” la riforma sul debito approvata al Bundestag e prevede una triplice novità sulle regole fiscali generali: in primo luogo, viene creato un fondo da 500 miliardi di euro (con durata di oltre 10 anni) per il rilancio delle infrastrutture in Germania, da ospedali a strade e ferrovie; in secondo luogo, viene concesso l’indebitamento illimitato per fondi destinati all’esercito e alla fornitura di armi (all’Ucraina, ndr); da ultimo, deficit dello 0,35% concesso ai Lander e gli enti locali per le spese generali, quanto invece fino ad oggi era vietato l’andare in rosso per qualsiasi motivo.
Sui 720 voti totali, 513 sono stati in favore della riforma sul debito, 207 i No e nessuna astensione: il Bundestag così approva, sfruttando i voti del prossimo Governo Merz – i cristianodemocratici, la gemella bavarese CSU – assieme ai Verdi, convinti dalla Grosse Koalition a votare con loro nonostante non dovrebbe entrare nel prossimo esecutivo (salvo clamorosi colpi di scena sempre potenziali prima del giuramento, ndr).
Berlino si “arma” con il suo “bazooka” fiscale e lo fa contro la furia delle opposizioni di sinistra e destra che gridano al “golpe bianco” vista l’irritualità palese dell’operazione politica messa in campo in queste ultime settimane: la Linke, l’AfD di Weidel e il BSW di Wagenknecht hanno votato contro la riforma sul debito, accusando i partiti filo-UE di aver così approvato i “crediti di guerra” per il riarmo del Vecchio Continente. L’iter della riforma passa ora al Senato federale che dovrebbe approvare senza problemi di maggioranza entro venerdì 21 marzo l’intero “Schuldenpaket”.