La Germania sarebbe pronta a sospendere il patto di stabilità, di modo da indebitarsi e sostenere meglio l’industria per la difesa. In un clima di crescente tensione a livello internazionale, soprattutto per quanto riguarda il rischio di una guerra globale scatenata dalla Russia e dai suoi alleati, Berlino replica annunciando una decisione che sta facendo non poco discutere, e che è stata ufficializzata dal portavoce della commissione europea, Balasz Ujvari, che ha fatto sapere di aver ricevuto una notifica dal governo tedesco. Si tratta, come precisano i media stranieri, di una delle possibilità previste dalla Commissione Europea per rilanciare l’industria pesante e la produzione, e la Germania è il primo stato membro dell’Unione Europea che ha fatto sapere di voler aumentare la propria spesa pubblica per quanto riguarda il riarmo e la difesa.
Non sarà l’ultimo? Probabile che l’esempio della “locomotrice dell’Europa” spinga altri Paesi a fare altrettanto, nel frattempo il portavoce suddetto ha fatto sapere che: “Siamo in contatto con tutti i Paesi e prevediamo ulteriori richieste nei prossimi giorni”, senza comunque fornire ulteriori dettagli sulla vicenda. Secondo alcune indiscrezioni il Portogallo sarebbe intenzionato a seguire le orme tedesche, anche se al momento non vi è nulla di ufficiale: vedremo se nelle prossime settimane (se non addirittura nelle prossime ore) anche Lisbona uscirà allo scoperto. Bruxelles ha chiesto ai Paesi che compongono l’Unione Europea di comunicare entro domani, 30 aprile 2025, la domanda di presentazione di scostamento dal patto di stabilità, ma la data, viene precisato ancora dalla Commissione, resta comunque solo una semplice direttiva che si può comunque prorogare di qualche giorno.
GERMANIA SOSPENDE PATTO STABILITA’, ARRIVERANNO ALTRE RICHIESTE?
Del resto lo scostamento è a livello nazionale, non continentale, e proprio per questo i Paesi sono più liberi di muoversi in autonomia. Si tratta di una scelta fatta appositamente in quanto più semplice dal punto di vista legislativo: sospendere il patto di stabilità europeo è possibile solo in caso di grave crisi economica, mentre per sospendere quello nazionale bastano dei casi eccezionali, come appunto quello tedesco.
Ovviamente la commissione europea preferirebbe che l’allentamento in merito alle norme sulla spesa pubblica avvenga in maniera più coordinata ed omogenea possibile, e non in modo casuale, ma “se le richieste di sospensione dovessero arrivare due o tre giorni dopo, non sarebbe certo la fine del mondo” e a Bruxelles “saranno prese in considerazione”, ha aggiunto il portavoce Ujvari in caso di “ritardatari”. In ogni caso bisognerà prestare molta attenzione al debito pubblico che deve essere sempre “sotto controllo e, ancora meglio, in discesa”. Questo l’avvertimento della Commissione Europea soprattutto nei confronti dei Paesi molto indebitati, a cominciare dall’Italia, dove storicamente il debito pubblico è alle stelle.
GERMANIA SOSPENDE PATTO STABILITA’, LA CRITICA DI TRIDICO
In attesa di capire cosa farà la nostra nazione, sono arrivate le prime repliche nei confronti del “riarmo tedesco”, a cominciare da quella di Pasquale Tridico, europarlamentare del Movimento 5 Stelle nonché capodelegazione degli stessi grillini al parlamento europea, che ha spiegato che la scelta della Germania riaccende “ricordi di orrori e distruzioni” che non avevamo ancora dimenticato, e nel contempo, si tratta di una decisione che rappresenta “una sconfitta sull’Unione Europea”, che è nata dopo la fine della seconda guerra mondiale con l’obiettivo di riportare la pace e la sicurezza nel nostro continente.
Tridico ha quindi mandato una frecciata anche ai vicini tedeschi, spiegando che la strategia della Germania è quasi poco concorrenziale in quanto aumenterà la competitività delle proprie imprese nonché i volumi di esportazione, “a discapito di quelle economie europee” che invece, per via dell’elevato debito, “non potranno intraprendere la stessa strada”. Insomma, la sensazione è che questo riarmo europeo possa provocare non pochi conflitti fra i vari stati membri, vedremo come evolverà questa vicenda.