E’ decisamente interessante quanto scoperto da Chi l’ha visto in merito alla morte di Gessica Disertore: la ragazza si vedeva con un ragazzo presente sulla nave da crociera Disney, così come emerge dal telefono della stessa vittima. A sbloccare il telefono è stata Marica, la cognata della vittima, che racconta: “Ha una relazione, si vedevano tutte le sere, e molto spesso lui le chiedeva di andare nella sua cabina”.
Lo scambio di messaggi WhatsApp comincia l’11 settembre e arriva fino al 27. Ci sono poi dei messaggi del 22 settembre su cui la trasmissione di Rai Tre si è soffermata e in cui Gessica Disertore racconta al suo amico di avere dei lividi sulle gambe, ma lui scherza, dicendo di non essere stato lui. Lei però ribatte: “Mi ricordo un paio di morsi ieri sera, l’alcol ti rende aggressivo”, e lui replica ancora con una rista.
Chi l’ha visto è riuscito a contattare il ragazzo della chat che ha spiegato: “Non era una relazione, giocavamo e basta, era un gioco, lei veniva da me, bevevamo qualcosa, non era nemmeno una frequentazione. Io le avevo fatto dei lividi? Dove sta questo messaggio? Non me lo ricordo. Io non sono mai stato aggressivo in vita mia, è passato così tanto tempo, non ho più la chat, ho cancellato tutto, non avevo motivo per mantenerla, mi faceva impressione sinceramente”.
Il 27 settembre lui scrive all’1:25 di notte “Sei al bar?”, ma lei non risponde perchè si sono incontrati direttamente lì: “La sera stessa eravamo tutti la”, conferma il ragazzo al telefono di Chi l’ha visto. Poi lei domanda se si fosse lasciato con una certa Vera, un’altra ragazza, ma lui non risponde perchè era effettivamente con lei.
GESSICA DISERTORE E IL RAGAZZO DELLA NAVE: “HA BUSSATO ALLA PORTA POI…”
A quel punto Gessica Disertore va a bussare alla cabina del suo amico, rimane circa 15 minuti davanti alla sua porta per poi andare via. Una versione confermata anche da un video delle telecamere di sorveglianza, così come appurato dalle autorità di Porto Rico. In quei minuti Gessica Disertore avrebbe effettuato 4 chiamate al suo amico, a cui lui non ha risposto, dopo di che è arrivata la replica alle 3:00 di notte, quando probabilmente Gessica era già morta. “Io le ho risposto facendo finta di niente perchè non volevo che lei si arrabbiasse.
Vera è rimasta quasi tutta la notte con me, poi se ne è andata alle sette del mattino”, ma Vera fornisce una versione diversa, ovvero, che avrebbe lasciato la stanza del ragazzo 10 minuti dopo che Gessica Disertore se ne era andata “Sono andata a dormire, poi solo il giorno dopo ho saputo cosa fosse successo”, scrive Vera.
Lui replica: “Impossibile, siamo stati tutta la notte assieme. Ci sono le telecamere di bordo comunque, dalla mia cabina non sono uscito”. Le risposte potrebbero quindi arrivare dalle telecamere della nave, fra cui quella che inquadra la cabina di Gessica Disertore: “Io voglio vedere questi video”, commenta il padre della ragazza, ed è ciò che ha chiesto anche il procuratore di Bari che ha aperto un fascicolo contro ignoti per omicidio: “Questi video però non sono ancora arrivati”, racconta lo stesso procuratore.
GESSICA DISERTORE E IL RAGAZZO DELLA NAVE: “VOGLIAMO VEDERE I VIDEO”
“Noi vogliamo visionare il video – riprende la parola il padre di Gessica – fino ad ora ci hanno raccontato solo bugie. Vogliamo sapere quante persone sono entrate, quando è scattato l’allarme medico, c’è chi dice nel cuore della notte, chi dice le 4 o 4:30: la persona che ha trovato il corpo di Gessica Disertore ha viaggiato nel tempo, prima è scattato l’allarme medico e poi ha trovato il corpo di mia figlia”.
Il professor Bacco, il medico legale consulente della famiglia aggiunge sul ragazzo: “Quel messaggio che dice che l’alcol ti rende violento è una ipotesi che andrebbe approfondita visto che l’ipotesi più probabile è che Gessica Disertore sia morta per un gioco finito male. Tenete presente che c’è una telecamera sopra la cabina di Gessica Disertore quindi noi potremmo risolvere quel problema in cinque minuti”.
Secondo il prof Bacco, infatti: “L’ipotesi della seconda autopsia effettuata in Italia è che ci sia stata una colluttazione o un gioco finito male, io non credo ad un omicidio volontario ma ad un omicidio preterintenzionale o colposo e come spesso capita in questi casi l’autore, colto dalla disperazione, mette in scena un suicidio, ma in questo caso molto grossolano”.
E se fosse realmente andato così? Ricordiamo che fino ad oggi nessuno è mai stato indagato per la morte della ragazza di Ostuni, ma alla luce di tali dettagli emersi, sarebbe bene approfondire meglio la questione: speriamo che procura di Bari faccia tutto ciò che deve.