Delitto di Garlasco, avvocato Giada Bocellari, legale Alberto Stasi a Confessione Reporter: "Siate garantisti con Andrea Sempio". Sulla riapertura del caso…
GIADA BOCELLARI, PARLA IL LEGALE DI ALBERTO STASI
«Siate garantisti con Andrea Sempio come non lo siete stati con Alberto Stasi»: è questo l’appello dell’avvocato Giada Bocellari ai microfoni di Confessione Reporter, che torna in onda oggi in seconda serata su Rete 4. Il legale del giovane condannato per il delitto di Garlasco, stando alle anticipazioni fornite dal programma di Stella Pende, ha commentato la riapertura del caso, con la nuova indagine sull’omicidio di Chiara Poggi, che vede nel mirino della Procura di Pavia l’amico del fratello della vittima.
«Solo il fatto che una Procura della Repubblica oggi abbia avuto la volontà di riaprire queste indagini è un grande insegnamento». Ma Bocellari ha aggiunto anche che una delle prime cose che ha messo in chiaro è che a Sempio bisogna garantire quel garantismo che, invece, è venuto meno con il suo assistito.
In un’intervista di qualche settimana fa a ReWriters, il legale ha chiarito che il delitto di Garlasco è un caso clamoroso di mancato esercizio del ragionevole dubbio, che invece è tipico del sistema giuridico anglosassone, dove addirittura le assoluzioni sono inappellabili, quindi non si può fare ricorso contro l’assoluzione.
«DELITTO DI GARLASCO? BISOGNA RISTABILIRE LA VERITÀ»
A tal riguardo, Bocellari ricorda che Stasi è stato assolto due volte, quindi, con il sistema giuridico anglosassone, non sarebbe mai finito in carcere. Dal canto suo, non si è mai arresa, anzi è pronta a fare tutto il possibile «per ristabilire la verità», anche perché ritiene che ciò che è successo al suo cliente «può accadere a chiunque», ed è questo che dovrebbe spaventare le persone.
Il delitto di Garlasco rappresenta anche un caso esemplare di processo mediatico, un tema che verrà approfondito oggi da Confessione Reporter. A tal proposito, l’avvocata Bocellari, intervistata da ReWriters, ha dichiarato di ritenere che il confronto tra le parti debba svolgersi all’interno delle sedi istituzionali. Tuttavia, ha anche riconosciuto che è impossibile ignorare il ruolo dei media, poiché quel dibattito pubblico «finisce quasi inevitabilmente per influenzare anche le sedi istituzionali», esercitando suggestioni – e talvolta vere e proprie pressioni – sui giudici popolari e, in alcuni casi, anche su quelli togati.