Gianluca Tamberi, il fratello di Gianmarco che ha conquistato Mister Italia: "È lui il vero bello di casa". Andiamo a scoprire chi è.
Sapevate che Gianmarco Tamberi ha un fratello? Ebbene sì, il celebre campione di salto in alto è cresciuto insieme a Gianluca, che dice essere bellissimo. Per la prima volta Gimbo come lo chiamano tutti, ha rilasciato una lunga intervista a Repubblica raccontando qualche dettaglio in più sulla sua vita. Ricordiamo che il campione diventerà presto padre della sua prima figlia che nascerà ad agosto di quest’anno dalla moglie Chiara Bontempi.
Da sempre considerato un sex symbol, Gianmarco Tamberi smentisce di essere il più bello e tira in ballo il fratello Gianluca: “Quello bello in famiglia è mio fratello maggiore, che è stato pure Mister Italia nel 2012“, spiega a Repubblica, “Io ho sempre puntato sulla simpatia“. La domanda sulla bellezza nasce dal fatto che per la prima volta una nota marca di beauty ha chiamato un italiano per fare da testimonial per i suoi capelli. A proposito di questo, spiega di tenere molto alla sua chioma e di non tagliarli oramai da oltre dieci anni.
Gianmarco Tamberi, chi è? Anche lui campione sportivo: l’influenza dei genitori
Ma ora torniamo al fratello di Gianmarco Tamberi e scopriamo chi è questo bellissimo Gianluca. Classe 1990, anche lui è un atleta che coltiva ormai da anni una grande passione per lo sport. Entrambi i ragazzi sono stati influenzati dalla mamma Sabrina Piastrellini e da papà Marco, che anche lui fino al 2012 ha collezionato successi sportivi. La carriera di Gianluca comincia nel 2006, quando dopo essersi appassionato a scuola, comincia il lancio del giavellotto. Da qui inizia a classificarsi al primo posto nei campionati italiani e a stabilire il record nazionale raggiungendo i 72,76 metri.
Come molti atleti, anche lui fa parte delle fiamme gialle. In un’intervista a Vanity Fair, Gianmarco Tamberi ha parlato di quanto sia stata importante l’influenza dei genitori: “Ci hanno sempre spronati a fare sport di qualsiasi tipo, è stata un’idea di mio padre”, ha detto, “Ma lui non era d’accordo con l’atletica fatta da bambini: è uno sport di sacrificio vero, da piccolo non lo capisci e rischi di disamorartene”.