Gianni Morandi, icona della musica italiana: l’intervista di qualche settimana fa nel salotto di Mara Venier a Domenica In.
Una carriera che definirla mirabolante sarebbe forse riduttivo; dalla musica alla recitazione, dai musicarelli a Sanremo; tv, stadi e teatri pieni per ascoltare le sue canzoni intramontabili e che hanno segnato intere generazioni. Oggi Domenica In ripropone l’intervista a Gianni Morandi, icona indiscussa della musica italiana, che per l’occasione aveva ripercorso buona parte delle tappe più significative della sua immensa strada artistica.
Tutto parte dalla gioventù; un giovanissimo Gianni Morandi viene notato da una maestra di canto e dalle sue prime esibizioni parte la sua ascesa nel mondo della musica. “I miei genitori si confrontarono sulla possibilità di mandarmi a lezioni di canto, papà lo chiese a mia madre e mi disse: ‘Va bene, ma ricordati di tornare a lavorare’. Il papà di Gianni Morandi è stato colui che gli ha permesso di comprendere il valore dell’umiltà, l’importanza di tenere i piedi sempre ben saldi a terra. “Mi diceva: ‘Guarda che questa cosa dura poco, metti i soldi da parte’, lo faceva per stimolarmi”. Lui, nel frattempo, si ritiene fortunato ad aver vissuto forse il periodo migliore dal punto di vista artistico in senso quanto mai generale: “Penso di aver avuto la gran fortuna di vivere quel momento, che poi sfociano negli anni sessanta che sono stati gli anni migliori per la musica, la cultura in generale”. Il cantautore ha poi aggiunto: “Non mi rendevo conto di quello che stava succedendo, sembrava tutto un grande gioco dove facevo diventare il mio mestiere una cosa di puro divertimento”.
Gianni Morandi a Domenica In: “Le contestazioni del pubblico? Mi tornavano in mente le parole di papà…”
“Quando le cose devono accadere, succede sempre tutto insieme”, riassumeva così Gianni Morandi – a Domenica In – i problemi tra il finire degli anni settanta e gli anni ottanta dove le contestazioni del pubblico lo allontanarono dalla sua passione, appunto la musica. Il cantautore aveva smesso di cantare, ferito da quel feedback imprevisto del pubblico: “Era gente che fischiava, mi dicevano di andare via. Come l’ho gestita? Mi tornavano in mente proprio le parole di mio padre ma viverla non è stato semplice”. Poi la svolta, una telefonata imprevista che determina non solo la sua rinascita artistica ma anche la nascita della Nazionale Cantanti: “Un giorno suona il telefono, era Mogol: ‘Voglio fare una squadra di calcio. Bisogna fare una canzone però, altrimenti non puoi giocare nella squadra’...”.