Gino Paoli: “Lucio Dalla, un fenomeno assoluto mai visto prima”
Gino Paoli ha tanti meriti e non solo grazie alla sua musica. Fra i suoi onori anche l’aver scoperto uno dei cantautori più brillanti della musica italiana, Lucio Dalla. Anni in cui tra l’altro il popolo sembra preferire la faccia pulita di un bravo ragazzo, Gianni Morandi, e a cui Paoli scelse di contrapporre un antidivo per eccellenza. Lontano dall’essere un uomo affascinante dal punto di vista fisico, riusciva a domare beat e blues per proporre qualcosa di nuovo per i discografici. “Un fenomeno assoluto mai visto prima”, racconta Paoli all’Avvenire in occasione del quarto anniversario della scomparsa dell’amico e collega. “Una sorta di elfo con una genialità e un talento talmente naturali che mi ero messo in testa di farlo emergere a tutti i costi come cantante”, continua. Uno dei più grandi meriti di Lucio è la sua capacità di inventarsi, ma anche la sua determinazione iniziale a non voler cantare. Sarà merito di Paoli se impugnerà per la prima volta il microfono. “Un grande contaballe”, specificherà invece il cantante in modo meno scanzonato e glorifico in occasione di Lucio!, il concerto evento che l’anno scorso ha avuto luogo all’Arena di Verona e che Canale 5 riproporrà oggi, domenica 25 agosto 2019, nella sua prima serata. Paoli non sarà presente fisicamente al live, ma interverrà con una breve clip raccontando un ricordo legato all’amico. Dalla invece accompagnerà il cantautore al sax nel 2002, in occasione di una delle tante interpretazioni della sua celebre Sapore di sale.
Gino Paoli, Lucio!: un’amicizia senza fine
Un’amicizia senza fine quella che ha legato Gino Paoli e Lucio Dalla in tanti anni, anche se qualche ombra c’è stata. Uno degli episodi più eclatanti legati ad un dissapore fra i due artisti risale al ’67, in occasione del Festival di Sanremo. Una data che brucia ancora oggi per via della morte di Luigi Tenco e che travolgerà entrambi, così vicini al collega scomparso. Dalla però sceglierà di non tirarsi indietro per partecipare alla kermesse, nonostante la richiesta ai colleghi di Dalida, prima fra tutti, di dare uno stop al Festival per via della tragedia. “Ci rimasi male, però, al Sanremo 1967 quando salì lo stesso sul palco con il corpo di Tenco ancora caldo”, rivela Paoli a Lucio Palazzo per il suo libro dal titolo I semafori rossi non sono Dio, edizione RaiEri. “Quando lo rividi lo sistemai per le feste”, racconta ancora il cantautore. Uno screzio che comunque non scalfirà il rapporto fra i due artisti, già vivo fin dagli anni Sessanta, quando Paoli scriverà per Lucio il brano Leo (Non è per me), presentata al Cantagiro e sconfitta agli occhi della giuria. “Fu un fiasco di rimarchevoli proporzioni”, dichiarerà in seguito l’autore, rivelando di aver ricevuto non solo dei fischi, ma anche dei pomodori.