La Giordania ha preso una posizione netta contro i Fratelli Musulmani – uno dei principali movimenti di opposizione del Paese – dichiarando il divieto totale delle loro attività: questa decisione arriva a seguito di un’importante operazione di sicurezza che ha portato allo smantellamento di una rete terroristica connessa all’organizzazione, durante le indagini le forze di sicurezza hanno sequestrato missili e esplosivi, segnalando l’intenzione del gruppo di destabilizzare il governo giordano attraverso atti di violenza.
Il ministro degli Interni Mazen Al-Faraya ha spiegato che, per garantire la sicurezza nazionale, il movimento sarà ora considerato un’associazione illegale e tutte le sue attività, politiche, sociali o economiche, saranno vietate; inoltre, sono stati confiscati i beni del movimento e chiusi tutti gli uffici legati ai Fratelli Musulmani.
La Giordania, con questa misura intende dimostrare la sua determinazione a proteggere i suoi cittadini e ad affrontare ogni minaccia alla sua sicurezza con fermezza anche se la decisione ha suscitato critiche da parte degli attivisti per i diritti umani.
Giordania e le controversie con i Fratelli Musulmani
La reazione giordana segue una serie di arresti che hanno coinvolto 16 membri dei Fratelli Musulmani accusati di addestramento e finanziamenti ricevuti in Libano per compiere attacchi all’interno del regno: tra le prove raccolte dalle autorità vi erano strutture per la produzione di razzi e droni con almeno un missile pronto al lancio.
Anche se il movimento continua a negare qualsiasi legame con il complotto – ammettendo però l’esistenza di alcuni membri coinvolti in traffici illeciti di armi destinate ai palestinesi – le forze di sicurezza non hanno mostrato dubbi sulla sua responsabilità: questo episodio fa parte di una serie più vasta di eventi che hanno portato a un sostanziale aumento della repressione politica in Giordania soprattutto nei confronti di movimenti islamisti e gruppi di opposizione.
Il governo giordano – sotto la guida del re Abdullah II – ha intensificato negli ultimi anni le misure contro le forze critiche al regime, giustificando la sua posizione con la necessità di mantenere l’ordine e la stabilità interna ma le organizzazioni per i diritti umani – dal canto loro – accusano Amman di limitare le libertà politiche e di aumentare la repressione contro chiunque si opponga al governo.